Una lunga gestazione ha portato alla stesura del primo album di questa
band spezzina. Si sono formati nel 2007 e si sono fatti notare in
contesti come il MEI e in programmi di diffusione di musica indie.
La strumentazione usata oltre a chitarra, basso e batteria prevede
la tromba elettrificata e dei sintetizzatori, all’insegna di
un rock denso di reminiscenze new wave ottantiane. Il gruppo è
cresciuto infatti proponendo cover di gruppi come Devo, Talking Heads,
Joy Division, Diaframma e Bowie e in questo contesto hanno maturato
il loro sound, che non è per nulla nostalgico, anche se i riferimenti
si avvertono. Non sorprende quindi che la band abbia optato per la
lingua inglese.
L’avvio è decisamente duro, melodie anni ottanta inserite
in un tessuto claustrofobico, che ricorda i Depeche Mode e parte della
dark wave con un piglio rock che non guasta. Ottima la voce del cantante
Gianluigi, perfetta per il genere, in certi momenti mi ha ricordato
la profondità di Peter Murphy. Poi si passa a due brani un
po’ meno rock, dove l’elettronica si fa sentire di più,
anche se rimane un tiro niente male, questi primi ascolti mettono
già in evidenza la personalità ricca dei sei musicisti.
Molto suggestivi anche gli inserti di tromba. Ma ad ogni brano le
carte si mescolano ed arriva la morbida e notturna “Whited Out”,
che ritroviamo nelle bonus con testo in italiano. “Home Moves”
mi ha colpito per le belle melodie vocali, costruite su un tappeto
indie di buona fattura. Come poi non lasciarsi coinvolgere dalla struggente
“By This River”. Non manca nemmeno un brano propriamente
goth come “Knowledge Base”. Ogni brano ha una sua fisionomia,
c’è una linea rossa che lega tutti i pezzi dell’album
ma c’è molta varietà. Nelle bonus troviamo anche
una cover di “Personal Jesus” dei già citati DM.
Un disco che ancora una volta dimostra la grande personalità
dei nostri artisti, una band così in Inghilterra farebbe scintille,
qui deve faticare, ma noi possiamo fare la nostra parte per sostenerli.
GB
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