Dal
fitto sottobosco underground tricolore ecco giungere questa formazione
lombarda dedita ad un goth rock molto elettronico e duro. Ritmiche
ossessive con un cantato aspro sono i tratti salienti del sound de
La Momoynia, molto programming e suoni claustrofobici memori delle
migliori sperimentazioni degli anni ottanta, un po’ Depeche
Mode, un po’ Joy Division, senza ancora raggiungere però
gli standard di questi due grandi gruppi, ma siamo sulla strada buona.
La voce di Dimitris Triantafyllou è piuttosto insolita, a tratti
molto ruvida, e all’inizio è un po’ dissonante,
ma dopo qualche ascolto si riesce meglio a collocarla all’interno
del progetto e risulta piuttosto originale. Il cantato è in
parte in inglese e in parte in greco, che conferisce un certo esoterismo
ai brani, ma è molto duro. Il caustico e tenace programming
è molto intrigante e riuscito, anche se destina l’ascolto
ad un pubblico molto selezionato. La pecca maggiore è il songwriting
generale che sembra un po’ ripetitivo, sia nelle linee vocali,
che in certe soluzioni sonore, ma il gruppo ha dalla sua un notevole
gusto e sono certo che col tempo questo sarà la forza trainante
dei La Mamoynia.
Fra gli episodi migliori voglio segnalare “Links”, con
le sue spirali elettroniche molto riuscite e “Something That
Does Not Exist” con il suo bel giro di basso, che mette tanta
nostalgia nel cuore. Comunque tutto il cd si mantiene su buoni livelli
e mostra un gruppo in possesso di una personalità matura, qualche
spigolosità da smussare e il gioco è fatto. GB |