Il
nome di questa band non deve far pensare al mitico gruppo gallese
degli anni settanta capitanato da Micky Jones, perché ci troviamo
per le mani il terzo album di un duo francese dedito alla musica sperimentale.
In effetti è piuttosto difficile definire la proposta di questi
artisti perché nel loro sound sono presenti le influenze più
disparate. Il loro repertorio è molto libero e in passato hanno
lavorato a colonne sonore di films, di programmi TV, di sfilate per
la moda, arti visuali, danza e altro ancora. Un lavoro che ha dato
ai nostri una maturità palpabile in questo nuovo album.
Il lavoro non si discosta molto da quanto proposto in precedenza,
anche se troviamo dei brani cantati e delle contaminazioni con la
musica techno che prima mancavano, come nella traccia iniziale, “You’re
In For It”, l’elettronica si sposa con atmosfere umorali
dall’eleganza inquietante. Ascoltate i suoni sospesi di “Strange
Feeling” e sarete immersi in un viaggio mentale sorprendente.
Suoni di tastiere si alternano ad arpeggi di chitarra e a rumori ambientali,
come quello di un oggetto, forse un bicchiere di vetro, che corre
su un pavimento di legno… Difficile da immaginare, ma anche
da descrivere. Sensazioni che entrano nella mente di chi ascolta con
subdola efficacia, ma che non disturbano mai. A volte l’eleganza
estrema e minimalista degli arrangiamenti da un po’ un senso
di vuoto, non so se è un effetto voluto, però alla lunga
risulta faticoso all’ascolto. È il tipo di sensazione
che da una traccia come “Drifting”, che è troppo
lenta e soffusa.
I Man sono un progetto che recupera il gusto per la sperimentazione,
che non ha paura di provare soluzioni che possono sembrare superflue
ad un ascolto superficiale, perché questo disco non ha proprio
niente di superficiale, anzi… Helping Hand richiede un ascolto
attento e disponibile, talvolta colto, ma spesso anche naif. Da provare.
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