Dai
paesi nordici arriva l'ennesima formazione di goth metal, ma questa
volta il gruppo ha classe e spessore. La band cita fra le proprie
influenze Candlemass e Cure e, anche se ad un primo ascolto il loro
sound sembra molto vicino a HIM ed Entwine, si pùo ravvisare
un risultato leggermete diverso dagli ultimi due gruppi citati.
Le caratteristiche principali sono comunque identiche: grandi giri
di basso, cantato maledettamente malinconico e riffs di chitarra taglienti
come un rasoio. I Marble Arch sono insieme dal '94 e hanno dato alle
stampe due Ep accolti calorosamente, prima di realizzare questo loro
primo album. Non c'è nulla di veramente nuovo nei loro dieci
brani, ma la carica e la passione che infondono nella loro musica
rendono assai piacevole questo album.
"A Million Crises" apre le danze nel migliore dei modi,
dando una sferzata all'ascoltatore, che viene scaraventato in un labirinto
di emozioni contrastanti. Il tribalismo di "Silent Dance"
si rifà chiaramente alla dark Wave dei primi ottanta, al contrario
la cadenzata "For Real" è molto più metal.
Molto più scontata è "The Inmost", mentre
si torna in pieno eighty sound con la successiva "Not The Ones".
"Fellow Sinner" funziona molto bene ed è un brano
adatto per un singolo, ma la seguente "Dead Air" è
un vero inno. Nei tre brani conclusivi vengono più o meno ripetute
le stesse idee già espresse.
Il disco dei Marble Arch rappresenta un'ottima partenza, non è
un album essenziale, ma se il gruppo sarà capace di maturare
ancora sarà presto in grado di regalarci pagine di ottima musica.
GB |