Verso gli anni ’90 il genere musicale RPI (Rock Progressivo
Italiano) ingrana una marcia in più rispetto agli oscuri anni
’80, dando alla stampa dischi di elevato interesse artistico
e tecnico. Notoriamente le vendite sono sempre più basse, tuttavia
sia gli artisti che gli usufruitori restano abbarbicati a questo genere
che si può definire vera e propria droga per il fans. Uno di
quei “pochi” sono io, ed una band in particolare suscita
in me notevole interesse, i pisani Germinale. Fra i fondatori c’è
il polistrumentista Marco Masoni, compositore ed amante di molti artisti
che vediamo anche rappresentati nella copertina di questo disco d’esordio
intitolato “Il Multiforme”. Vediamo quindi i Beatles,
i Genesis di Gabriel, Lucio Battisti, Pink Floyd, ELP, Hendrix, Frank
Zappa e molti altri ancora, questo soltanto per rimarcare il percorso
culturale che l’artista segue nella sua vita.
Con lui nell’album si incontrano ottimi strumentisti, come Edoardo
Magoni alle tastiere, Giulio Collavoli al piano, Salvo Lazzara alla
chitarra e Maurizio Di Tollo alla batteria.
Parlo di esordio, anche se Masoni da sempre è immerso nella
musica, ad iniziare dal 1988, quando a quindici anni comincia ad imbracciare
la chitarra classica. Lunga ed altalenante la carriera con i Germinale,
fino al 2005, ma è nel 2012 che sente l’esigenza di registrare
le canzoni scritte in anni passati. Il titolo “Il Multiforme”
ben sposa la causa dell’artista, mai domo di quello che riesce
a fare nel tempo, una sorta di vulcano perennemente attivo. Il disco
è formato da undici tracce più una fantasma e si apre
con “Tutti In Colonna (La Vita Non E’)”. Spesso
nell’ascolto ci si imbatte con suoni olofonici, questi stanno
ad arricchire il lato impressionista e suggestivo del lavoro, qui
sono i belati di pecore. Mi riscontro nei testi del brano, perché
anche io ascolto, leggo ed accumulo dischi, magari proprio lp, ma
la vita non è solo questo. La formula canzone è altamente
rispettata e musicalmente parlando colgo spunti alla Battisti, probabilmente
artista ammirato anche da Masoni. Belato di pecore, il messaggio è
chiaro e ricevuto, in più si cita anche il famoso proverbio
“Si nasce incendiarie e si muore pompieri”. Avrete capito
a questo punto che l’equilibrio fra testi e musica è
importante. Segue la Psichedelica “Parte 1: Riti Sul Vuoto (Caffè,
Drappi)”, dove il flauto come un evidenziatore sottolinea le
parti strumentali percorrenti un sentiero vicino agli anni ’70.
Più vigorosa e Prog la seconda parte. L’acustica “Perdersi”
la vedo perfettamente inserita nella prima discografia di Alan Sorrenti,
una canzone bella e riflessiva.
Sorpresa all’inizio di “Maggio D’Improvviso”,
il brano si apre con la voce di Red Ronnie che intervista lo stesso
Masoni, seguono piccoli acquarelli di vita nei vicoli di Napoli, raccontati
e cantati con semplicità. La musica emoziona ulteriormente
in “Sa Domo De Su Re”, calda e profonda, come quella di
certe Orme.
Masoni sa come unire formula canzone alla classe del Rock cosiddetto
“colto”. Notevole anche la narrata “Il Suicidio
Di 500 pecore”, ma non vorrei togliervi tutto il piacere della
sorpresa all’ascolto e quindi qui mi fermo. Quello che si evince
in “Il Multiforme” è la conferma di avere a che
fare con un artista che ama la musica e che a sua volta riesce a farla
amare.
Passione unita a studio, tecnica, semplicità ed esperienza,
tutti ingredienti per fare di questo un bel disco, ma l’artista
credo sia già consapevole che il grande pubblico è meno
esigente, tendente ad ignorare la musica “colta”, salvo
scaricarla da internet. Dischi come questo possono cambiare la tendenza!
Da parte mia quindi un encomio all’artista, ho il promo, ma
compero il disco! MS
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