Dietro il nome Master of Ceremony si celano le ambizioni musicali
del capitolino Marco Cinti, un artista che, dopo varie esperienze,
si è messo da solo ed ha relizzato questo primo album autoprodotto
e pubblicato dalla Blu Mix. Il nome del progetto è stato estrapolato
dal classico Tubular Bells, l’intento del nostro è quello
di ricreare il magico sound del prog settantiano, in particolare si
sente l’influenza dei Genesis, ma anche del prog sinfonico e
comunque di tutto il movimento, con qualche riferimento anche al New
Progressive degli anni ’80, non si tratta di scopiazzature,
ma della sincera passione per un genere musicale, che sta dimostrando
un seguito di appassionati veramente sorprendente.
Questo disco presenta tutti i pregi e tutti i difetti dell’autoproduzione
e del fatto di essere un one man project, sarebbe anche fin troppo
semplice sottolineare che la voce non è registrata al meglio,
che la batteria è un po’ fredda… ma sono tutte
cose normali in un contesto di budget molto limitato, dove un solo
musicista si occupa di tutte le parti, come punti a favore invece
c’è un disco che, nonostante i pochi mezzi, gira molto
bene a livello compositivo, ci sono passaggi molto pregevoli, ovviamente
l’influenza genesiana pesa molto, ma mi piace pensare che questo
sia più un biglietto da visita del nostro, che quindi ha voluto
mostrare le sue ottime capacità compositive, lasciamo stare
il canto, che forse a causa di una produzione insufficiente non riesce
a convincermi. Ma questo musicista con una vera band alle spalle potrebbe
fare davvero un grande salto di qualità. Anche se devo segnalare
che il cantato nei brani successivi migliora rispetto all’inizio
del cd.
Con queste premesse è chiaro che le parti strumentali sono
quelle che ho gradito di più, come “Dry County”,
che non ha cantato, ma in tutti i brani ci sono lunghe partiture strumentali,
dove predominano le tastiere. Disco molto “romantico”
questo Above and Beyond, che mostra ottime qualità, ma sono
anche convinto che Marco debba sforzarsi di trovare una vera band
e allora riuscirà a dare alla sua musica quella spinta che
adesso è solo accennata.
Mi piace l’idea di un artista che pur di realizzare la sua musica
è disposto a fare tutto da solo, ci vuole tanta passione e
tanto amore e queste sono qualità che vanno ricompensate, ma
il mondo del prog è molto affollato e a Master of Ceremony
serve un quid in più per lasciare un segno indelebile in questo
panorama, dove merita di entrare con tutti gli onori. GB
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