Nati a Lodi nel 2014, questo è già il loro secondo Ep.
Il gruppo di quattro elementi si è messo subito in gioco con
queste uscite discografiche, si potrebbe pensare che abbiano voluto
anticipare i tempi. Il genere proposto da questo quartetto è
un rock alternativo vicino al garage, un post punk abbastanza duro
e anthemico, con cantato in inglese.
I suoni di avvio di “Fight or Hide” sono saturi, una distorsione
che graffia con un ritmo sottostante che incalza. L’attitudine
punk sta nell’immediatezza dei riff e dei cori, però
le sonorità sono complesse e ricercate, il risultato non è
male, anche se la pronuncia non suona proprio scorrevole. Contagioso
il giro di chitarra di “Under My Skin”, però ancora
una volta non mi convince la pronuncia dell’inglese. Nonostante
queste considerazioni, il cantante ha un modo di interpretare i pezzi
che mi piace. “Thinking Stones” è più riflessiva,
anche se sempre molto elettrica, le trame sonore costruite dai Mat
Cable convincono, permangono le impressioni sul cantato. “The
Dance” è a metà strada tra il vigore iniziale
e il brano precedente, quasi una ballata, molto darkeggiante. La conclusiva
“Choose Your Way Babe” suona ancora più oscura,
con linee di basso cavernose e una chitarra che graffia come ai tempi
dei Bauhaus.
Ci sono molti spunti buoni, un modo fresco di comporre e il risultato
d’insieme è convincente, anche se credo serva un po’
di lavoro, soprattutto live, per amalgamare bene il tutto. Poi lavorerei
sulla pronuncia, i risultati non dovrebbero tardare. GB
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