E' rock and roll? Certo, quello più sporco, marcissimo, figlio illegittimo del garage più viscerale e dello stoner più irruento e sguaiato. Un sound virile, moderno eppur ancorato alla grande tradizione hard, contaminato da scorie psych che lo rendono assolutamente fresco e devastante. E l'ottimo risultato finale è garantito dalla superlativa prova dei nostri: la voce di Diego è abrasiva ed assolutamente centrata, degna di un frontman di razza (con all'attivo ben tre dischi pubblicati cogli hard-corers Zona), la chitarra di Paolo "Bramino" (ex Mostipiti Funk e Free The Nation) è schizzatissima e capace di triturarvi ossa e cervella sparandovi addosso una salva di note, in questo ben coadiuvato dall'altra sei corde dominata da Marcello Todde.

Il terrificante wall-of-sound espresso dai milanesi viene inoltre adeguatamente sostenuto dalle solide fondamenta garantite dalla duttile sezione ritmica governata da Stefano Comba al basso e dallo skinbeater Claudio Palo. Genialissimi e folli i testi, in italiano, che si sposano a meraviglia con queste svalvolate songs, capaci di sorprendervi via via che il lettore scorre il dischetto ("Deb'n'furios", "Morto che parla"...). Si, perchè le etichette che poc'anzi ho utilizzato possono apparire davvero forzate, in quanto non manca ai Matra una buona dose di coraggio (o sfrontatezza, fate voi, se confrontato con quanto v'è in giro, rigorosamente codificato da mode e tendenze effimere!). Basti ascoltare "Il baro", e provate voi ad indovinare cosa sono capaci di fare minuto dopo minuto (un bel gioco da spiaggia?).

Va elogiata la brava Last Scream Records, capace di pubblicare in breve lasso di tempo due ottimi dischi (oltre al presente "Missione Delta", l'eccellente esordio dei gothsters Operanoire). L'underground (ma è ancora lecito chiamarlo solo così?) italiano cresce, eccome se cresce! AM

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