Passano gli anni, cambiano le mode, ma la musica italiana caparbiamente
si tiene stretta la sua area di azione, anche se con accrescente difficoltà.
La crisi del mercato discografico non può che lasciare segni
tangibili degli eventi dettati da una scrematura di acquisti da parte
degli usufruitori, l’arte in un momento di crisi è la
prima ad esserne penalizzata. Generalmente è così. Ma
noi abbiamo una storia alle spalle, la musica italiana è apprezzata
anche fuori le mura e in ogni periodo si scoprono nuovi talenti.
Degna di nota e di attenzione è anche la giovane cantautrice
bresciana Annalisa Mazzolari. Il suo talento è riconosciuto
ben presto anche dagli addetti ai lavori, così da supportarne
con la propria arte questo debutto discografico dal titolo “Uomini
Eroi”. Ecco musicisti storici come Alberto Radius scrivere una
traccia e suonare la chitarra, a seguire Gianfranco Caliendo, voce
storica oltre che chitarrista de Il Giardino Dei Semplici, il produttore
ed editore discografico Vannuccio Zanella e la partecipazione di Gennaro
Barba (Osanna) alla batteria.
Annalisa Mazzolari a dispetto dei suoi diciannove anni, ha alle spalle
un curriculum live non indifferente, premiata a casa Sanremo con il
“National Voice Award 2016”, realizza la partecipazione
al Gran Gala Della Solidarietà ad Avellino, Millevoci a Brescia
e poi Napoli, esperienze RAI ed altro ancora.
“Uomini Eroi” è composto da undici tracce e vede
fra i musicisti la presenza di Francesco Massarelli (arrangiamenti,
tastiere), Marco Franzoni (batteria), Alessandro Mazza (chitarra),
Paolo Franzoni (basso), e Brunella Mazzolari (violoncello), special
guest Valerio Gaffurini, pianoforte in “Lacrime Buie”.
Molto bello il disegno di copertina ad opera di Marco Cecioni, anche
storica voce del gruppo Prog Rock anni ’70 Balletto Di Bronzo.
Il libretto che accompagna il disco è formato da sedici pagine
contenete i testi e numerose foto che ritraggono la cantante in diversi
eventi live.
Annalisa mostra nella propria musica una cultura artistica relegata
al cantautorato più moderno, con una sensibilità che
la rende apparentemente fragile ma che invece da essa ne trae la propria
forza. Ciò lo si evince da brani come “Il Gioco Dell’Universo”
e “Nel Tuo Deserto” su tutti.
La voce è semplice, non cerca particolari ed articolati vocalizzi,
è concentrata nel brano ed in quello che deve comunicare, così
in esso si impegna.
Ci sono anche frangenti più vigorosi, come in “Quelle
Stelle Toccherò” e la conclusiva “Lacrime Buie”,
un apprezzabilissimo lento swing. Momenti intimi si fanno ammirare
nei crescendo strumentali come in “E’ Qualcosa Di Più”,
dove il piano e voce aprono per poi svilupparsi nell’insieme
di chitarra, basso e batteria. Particolarmente toccante e perfetta
fotografia della musica melodica italiana “Le Radici Di Un Amore”,
scritta dal bravo Vannuccio Zanella che bene si incastona nel disco
di Annalisa. Degni di nota i testi narranti storie di amori e di vita.
Una giovane proposta, una giovane promessa ma dalle sfumature già
mature, proprio queste credo che alla fine portino Annalisa all’attenzione
di un pubblico più ampio, con la speranza che gli addetti ai
lavori continuino a dare lei le dovute attenzioni. Nuove leve crescono,
ne abbiamo bisogno e quindi ascoltiamole e sosteniamole. MS
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