Le Meldrum sono un trio di ragazze che stanno sollevando un bel polverone
nel mondo del metal al femminile. Nel 2001 è uscito il loro
debutto, poi sono andate in tour con i Black Label Society del folle
Zakk Wylde, dopo di che hanno supportato niente meno che i terribili
Motorhead. La singer è stata chiamata anche come special guest
per il dvd del trentennale dello storico gruppo e Lemmy ha ricambiato
il piacere cantando in un brano del presente album. Del resto l’oltraggioso
singer dei Motorhead ha sempre avuto un debole per le donne che fanno
metal, lo abbiamo visto al fianco delle grezze Girlschool e anche
della sguaiata Wendy O’Williams dei Plasmatics, non sorprende
quindi trovarlo coinvolto anche in questo nuovo progetto metal al
femminile.
Il gruppo prende il nome dalla biondissima chitarrista Michelle (Wargod,
Phantom Blue), alla voce troviamo l’aggressiva Moa Holmsten
dagli occhi di ghiaccio e al basso c’è Frida Stahl che
ha uno sguardo che non promette niente di buono, alla batteria in
alcuni brani come guest c’è il famoso Gene Hoglan (Wargod,
Dark Angel, Death, Testament e Devin Townsend) amico di gioventù
della bella Michelle, gli altri sono suonati da Linda McDonald (Phantom
Blue).
La musica proposta dalle nostre è un potente mix di crudo heavy
metal alla Motorhead e di moderno Nu Metal, nessuno dei due generi
prevale sull’altro, ma si amalgamano a vicenda. Un disco che
esce dal repertorio tipico della Frontiers che verte principalmente
sull’hard rock americaneggiante, probabilmente il look di queste
“cattive” ragazze ha avuto la meglio sulla linea della
label, ma devo dire che potrebbe rivelarsi un autogol. Le Meldrum
ce la mettono proprio tutta e sfoderano una grinta non comune in un
gruppo di “dolci” donzelle, ma di talento se ne sente
davvero poco. Il disco sembra un classico prodotto fatto per attirare
l’attenzione dei maschietti pruriginosi. Se al metal tendente
all’estremo le nostre avessero aggiunto un tocco di sensualità,
di erotismo e non solo della rabbia cieca e violenta forse il giudizio
poteva essere diverso. Ci sono così tanti gruppi che hanno
fatto dell’ottimo metal estremo che non si sentiva proprio il
bisogno di questo album, ma se proprio non potete farne a meno…
Credo che la dimensione migliore per le Meldrum sia quella live, sul
palco possono sfogare tutta la loro rabbia e stregare il pubblico
con la loro avvenenza, su disco servono anche altri argomenti che
in questo non sono proprio emersi. GB
per un assaggio: http://www.myspace.com/meldrumrocks
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