Questo
è un disco che solo la Musea poteva dare alle stampe! Si tratta
della ristampa dell’unico album di una sfortunata formazione
francese. Nati alla fine degli anni ’60 sulla scia del nascente
hard rock, il gruppo si evolve ben presto verso un prog sinfonico
senza mai dimenticare il primo amore. La band conosce una certa notorietà
in patria e suona anche nel nostro paese, incontrando il nostro prog
di cui subisce l’influenza. Bisogna però aspettare fino
al ’77 per vedere stampato il loro album, ma i tempi sono ormai
tardi per il prog e il disinteresse crescente fa morire il gruppo
prima che venga stampato il secondo capitolo.
La breve storia del gruppo per far capire quello che può essere
il loro sound, una miscela di prog sinfonico e hard rock con un livello
di esecuzione molto buono, si possono ascoltare influssi da Uriah
Heep sia nei cori che nell’uso dell’hammond, c’è
anche il flauto che ovviamente rimanda ai Jethro Tull, mentre dal
versante prog si rilevano echi dei Van Der Graaf, PFM e Genesis al
tutto poi bisogna aggiungere delle partiture ritmiche jazzate che
si alternano a quelle più prettamente rock. Come potete capire
il mix è piuttosto ardito e non è possibile parlare
di cloni, anche se il suono risulta assolutamente settantiano e non
potrebbe essere diversamente.
Lunghe piece epiche con grandi cori lirici, lunghe fughe strumentali,
ottime melodie e canzoni intricate quel tanto che basta per mantenere
sempre viva l’attenzione dell’ascoltatore. In effetti
è un peccato che il gruppo non abbia potuto dare un seguito
a questo album molto bello, per adesso godiamoci questa gemma che
tutti gli amanti del prog classico sapranno apprezzare. GB |