Il
titolo di quest'album mi aveva molto intrigato, per poi scoprire che
il grande compositore, sicuramente uno dei più importanti per
il novecento, non c'entrava niente o quasi: per Rigel Bartok è
semplicemente il suo gatto.
Michelena è un giovane e virtuoso chitarrista venezuelano e
la sua musica è un jazz rock eclettico e fantasioso. Il primo
riferimento che viene subito in mente e Allan Holdsworth, ma la citazione
serve solo per stabilire alcune coordinate di partenza, poi la follia
espressiva di questo incredibile chitarrista ci guida in un mondo
intricato e mirabolante: ritmi sincopati e continui cambi di tempo
lasciano l'ascoltatore ammutolito di fronte ad un talento genuino
e coinvolgente.
E' difficile scegliere un brano fra i dieci proposti, perché
sono tutti molto diversi, ma egualmente interessanti, il virtuosismo
personale di Rigel in "Song for Bartok è un ottimo esempio
della versatilità di questo artista, mentre per ascoltare le
sue idee innovatrici bisogna rivolgersi a brani come "Twiggy
Pig", oppure immergersi nelle follie di "The Last Dodo Bird".
I fraseggi di chitarra si snodano su roboanti linee di basso, sostenute
da una struttura ritmica incontenibile. Qua e la nei brani emergono
anche molti spunti latino americani, segno che il nostro conosce molto
bene la musica tradizionale del suo paese e che ne è influenzato.
Il risultato non è sempre accessibile e spesso necessita di
più ascolti, ma alla fine si viene conquistati dalla straordinaria
visionarietà di Michelena, un artista energico e vitale, sicuramente
unico e che ha tutte le carte in regola per entrare nella cerchia
dei grandi della sei corde. GB |