Rock Impressions

Mikromidas MIKROMIDAS - Faunus
Musea


I norvegesi Mikromidas tornano con un nuovo album e confermano la loro formula basata su un progressive molto vicino all’hard rock, non particolarmente complesso e cantato in lingua madre, una musica tesa a gratificare l’ascoltatore, non con spericolate fughe strumentali, ma con parti musicali interessanti e suggestive. I riferimenti possono essere presi in parte dai King Crimson di Red, ma c’è anche molto krautrock, penso a formazioni come i Nektar, i Jane e i Birth Control. In definitiva non è un gruppo molto sperimentale e in questo senso i Mikromidas sono adatti più a chi si accosta al prog per la prima volta rispetto a chi ha già mandato a memoria i capolavori del genere ed è in cerca di nuove sensazioni.

Le nove tracce che compongono Faunus sono piuttosto varie pur mantenendo uno stile coeso e ben riconoscibile. Si va da tracce della durata canonica di tre o quattro minuti a composizioni complesse e articolate che superano i nove. Ovviamente sono proprio le composizioni più lunghe quelle che contengono la dose maggiore di prog, mentre le altre sono meno complesse, ma nel loro insieme sono una serie di tracce che scorre con molta agilità. Certi episodi sono veramente riusciti come “Englesangen”, ma l’album scorre bene, il neo maggiore è il cantato in lingua che a qualcuno potrebbe non piacere in quanto rende un po’ spigolose e incomprensibili le liriche.

Questo è un buon disco, ma va ascoltato prima di deciderne l’acquisto, a me nel suo complesso è piaciuto anche perché ho sempre amato le sonorità hard rock, ma ovviamente questo è un parere personale. GB

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