Il
debutto di questi quattro ragazzi connazionali si inserisce di diritto
nel filone prog metal con tinte power e una lieve attenzione anche
alle ultime tendenze.
I punti di riferimento sono i Dream Theater più melodici, gli
Elegy e gli Everon, con un discreto bilanciamento fra tecnica e ricerca
melodica, nel senso che nessuna delle due viene esasperata, ma sono
al servizio di un songwriting che si mantiene su livelli più
che dignitosi, pertanto non mancano pregevoli passaggi ritmici e allo
stesso tempo i brani scorrono piacevolmente per oltre un'ora di buona
musica.
La cosa che più manca ai nostri è l'originalità,
pecca che può essere sanata col tempo, perché le buone
doti non mancano, ma i dieci brani di questo debutto non aggiungono
molto a quanto già è stato fatto dai succitati gruppi
e a me dispiace vedere che un gruppo di buon talento come questo preferisca
giocare sul sicuro piuttosto che rischiare qualcosa.
Le tracce sono molto piacevoli e funzionano molto bene e segnalare
i vari brani è abbastanza inutile perché è un
disco molto coeso, con uno stile ben definito, che già ho cercato
di descrivere, ma se proprio devo indicare un brano allora scelgo
l'ultimo, "Infinite Horizon" e spero che questo titolo sia
un augurio e un incitamento ai nostri per trovare il coraggio di osare
di più sul prossimo album. GB |