Rock Impressions

Mind's Eye MIND'S EYE - Walking on H2O
Lion Music

Mi farò violenza a fatica nel recensire il nuovo disco del gruppo di Daniel Flores, la mia obbiettività deve rimanere intatta. Dico questo perché Daniel con il progetto X Savior ed il cd “Caleidoscope” nel 2005 sono stati per il sottoscritto il gruppo dell’anno. Ma andiamo all’obbiettivo, i Mind’s Eye avevano già impressionato con il precedente “A Work Of Art” (altro motivo per essere eccitato), ma la line-up subisce una variazione: il lavoro del defezionario chitarrista Fredrik Grunberger viene accorpato dal bassista Johan Niemann (già Therion).

Dalla copertina possiamo intuire che i testi di “Walking On H2O” vanno a narrare la storia dell’evoluzione umana, infatti così è, si tratta della storia dell’uomo e dei suoi sviluppi sociali. La parola passa a Darwin ed alla speaker dell’intro “Earth- The Movie”. Archiviata la pratica si parte nel viaggio con la giocosa “A Rabbit In The Hat”. Andreas Novak si dimostra buon interprete delle liriche pur senza strafare, mentre la canzone sembra un ibrido fra i Cross ed i Pride Of Lions. Che i Mind’s Eye abbiano classe, questo è un fatto inconfutabile e quando le note acustiche nell’inizio di “Equally Immortal” passano fra i nostri padiglioni auricolari è un piacere immenso, che cresce con la chitarra elettrica.
Il suono è molto curato, con tanto di effetti sonori e voce filtrata, “Mrs Clair Voyance” è un piacevole sunto fra le melodie orecchiabili e tutto il contesto. C’è anche spazio per i richiami agli Yes degli anni ’80. Armonie arabesche con “Sahara In An Horglass” ed il suo intercalare sonoro, ma anche AOR anni ’80 con “Out Of My System”.
“Umbrellas Under The Sun” è un esempio di classico Metal Prog, con tanto di Dream Theater periodo “Awake”. La durata del cd raggiunge addirittura i 75 minuti, per cui le sorprese non mancano di certo, tantomeno momenti più canonici, come in “Sacred Rules”. Chiudono il disco i magnifici 11 minuti di “Poseidon Says”.

Sono stato obbiettivo, nessun capolavoro da sperperare ai quattro venti e non credo nemmeno che possa essere il disco dell’anno, ma di certo è una produzione eccellente e scusate se è poco. MS

Altre recensioni: Waiting For the Tide


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