| Nati nel 2005 i salernitani Mobius arrivano al debutto discografico 
            nella primavera del presente anno, il nome della band si ispira all’astronomo 
            e matematico tedesco Ferdinand Mobius, mentre il titolo del disco 
            pare sia stato estrapolato da un testo di Baricco, Oceano Mare. La 
            band ha un background di rock classico, è partita suonando 
            cover di classiche formazioni settantiane per arrivare a definire 
            un proprio sound che tende al prog più sperimentale e che ha 
            espresso in questo disco.
 
 Apre la title track che unisce suoni taglienti a ritmiche complesse, 
            vengono citati diversi generi musicali, ma la base è jazz, 
            con un cantato in italiano che soffre un po’ del male di sempre, 
            il tasso tecnico è molto alto, con un gusto tutto mediterraneo 
            per la costruzione delle linee melodiche. In “Scorci di Vita 
            su Nastro di Mobius” emerge il sitar e delle percussioni e tutto 
            prende un sapore molto etnico, il cantato è integrato meglio 
            in questo contesto, pian piano il pezzo diventa sempre più 
            prog rock. “Entanglementalistically Speaking” è 
            aperta da un giro di organo alla Goblin, il cantato questa volta è 
            in inglese e funziona meglio, buona e personale la costruzione teatrale, 
            molto suggestiva con belle linee melodiche. “In Fuga dal Destino” 
            è una ballata rock con inserti prog e jazz, è uno dei 
            brani più riusciti del disco, sicuramente ambizioso dei precedenti, 
            ma proprio per questo più convincente, con un testo che funziona 
            e un bel crescendo. Chiude la suite “L’Equilibrista”, 
            il gruppo torna a cercare di stupire e ci sono molte idee condensate 
            nei nove minuti circa del pezzo e alcuni momenti sono da manuale, 
            con cambi di ritmo esuberanti, di certo il gruppo ha messo tutto il 
            proprio talento nella resa di questo pezzo.
 
 Nel complesso il giudizio è positivo, ci sono cose da migliorare, 
            ma siamo sulla strada giusta, tecnica e gusto non mancano, serve affinare 
            un po’ il sound, ma questa è una cosa che viene in modo 
            naturale col tempo. Penso che già dal prossimo disco potremo 
            verificare se ci ho visto giusto. GB
 
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