Mi fa sempre piacere prendere in esame un debutto, in questo caso
si tratta di quattro giovani musicisti dell’area di Frosinone,
che propongono una musica strumentale carica di tensioni jazz rock
e che sconfina volentieri nella classica e nella fusion, a cui possiamo
anche riconoscere un’attitudine prog, anche se la componente
prima resta sempre il jazz.
Il disco è interamente strumentale ed è composto da
sei brani piuttosto lunghi, l’intento dei nostri è di
iniziare un tema e di svilupparlo ritornando ciclicamente all’inizio,
un po’ richiamando il tema del nastro di Mobius, con quel suo
andamento dal sapore metafisico. Nell’ascolto delle musiche
composte dal pianista Lorenzo Cellupica non vi mancherà di
riconoscere alcune melodie, che vengono rielaborate e scomposte per
creare nuove soluzioni, come ad esempio in “Deja Vu”,
che riprende il giro di “Goodby Stranger” dei Supertramp.
Poi se vogliamo ci sono riferimenti a Zappa e Metheny, ma anche a
Debussy e Chopin in “Call it a Day” che sembra un “notturno”.
La fantasia non manca a questi artisti, che regalano anche passaggi
pieni di gusto, penso al basso pulsante di Eros Cappoccitti, al sax
penetrante di Nico Fabrizi e alla batteria puntuale di Davide Rufo,
tutti davvero bravi.
Un bel debutto davvero, che può soddisfare anche palati abbastanza
diversi, una giovane promessa da tenere d’occhio. GB
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