Siamo al secondo album per questa band bolognese. Formazione a tre
composta da Gabriele Martelli alla chitarra e sintetizzatore, Daniele
Piccinini al basso e sintetizzatore e Roberto Bernardi alla batteria.
Il loro primo album mi aveva colpito per la qualità delle composizioni
ed ero piuttosto curioso di ascoltare questo secondo lavoro. Poi Gabriele
è facile da incontrare ai concerti, un appassionato di musica
a 360 gradi e con lui ho avuto diversi scambi. L’aspetto è
di una persona gioviale, sempre sorridente, ma la musica che ha prodotto
con Daniele e Roberto è oscura, dotata di un fascino primordiale,
un hard rock progressivo, ricco di umori.
Nei sei brani proposti si riscontra una buona varietà ma soprattutto
la cultura musicale è messa a frutto e possiamo ascoltare delle
composizioni che nulla hanno da invidiare a tanti classici patinati.
A molti potrebbe colpire la presenza di ospiti illustri, dal chitarrista
Eric Gales, una forza della natura, a Silas Neptune degli Ozric Tentacles
al synth, da Donatella Del Monaco (Opus Avantra) che presta la voce
per un brano al vibrafonista Nicola Schelfi, per finire con il tastierista
Riccardo Lolli (Central Unit). Non è la classica parata di
stelle, sono musicisti scelti in modo non convenzionale, per arricchire
e rendere più profondo un disco che già è molto
intenso di suo. La copertina è quanto mai azzeccata, una sorta
di grido distorto, che ci accompagna nel percorso di ascolto. Un’esperienza
che merita di essere ripetuta.
Se il primo album mi era piaciuto, questo secondo conferma tutte le
buone impressioni, anzi le rafforza. I Monkey Diet sono una band dalla
scrittura felice e chi ama il rock fatto bene dovrebbe ascoltarli.
GB
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