Rock Impressions

Monument - Hair of the Dog MONUMENT - Hair of the Dog
Roar! Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2016


Con la NOWBHM ci sono cresciuto, è stato il primo genere musicale a cui mi sono appassionato e gli Iron Maiden erano i miei eroi. Poi col tempo è arrivato tutto il resto, però nel mio cuore un angolo è rimasto metallico, quindi leggere che una giovane band inglese si ispira a quel periodo musicale mi emoziona ancora. Il primo singolo pubblicato risale al 2012, ma il primo album Renegades arriva solo due anni dopo, questo è il secondo full lenght. Le direttive della band seguono quelle dei già ricordati Maiden e dei Judas Priest, in pratica le due formazioni cardine del genere, con un cantante, Peter Ellis, che ricorda molto da vicino Dickinson. Il resto della band manco a dirlo è composto da due twin guitars, basso e batteria.

Si parte con il brano che dà il titolo al disco, la vicinanza ai Maiden è davvero forte, non solo per l’ugola del singer, ma anche per l’impianto armonico del brano. La partenza tutto sommato non è male, però il brano seguente “Blood Red Sky” è ancora più vicino al repertorio del gruppo di Harris e Dickinson, con una parte nella seconda metà che chiama in causa “Aces High”. Pure “Streets of Rage” ricorda molto da vicino un altro brano della vergine di ferro, a questo punto mi sembra davvero un po’ troppo. Non è che questi ragazzi non siano bravi e forse non se ne rendono nemmeno conto, ma essere cresciuti a pane e Maiden non è una giustificazione per suonare come loro, un po’ di originalità sarebbe auspicabile. Le citazioni continuano in “Imhotep” e a questo punto mi chiedo se sono volute, ma il booklet non ne fa cenno e quindi la mia perplessità aumenta. La vicinanza ai Judas, citati sopra mi sembra meno diretta, mentre non sento influssi da altre band dell’epoca. Da “Crobar” in poi il gruppo diventa un po’ più personale, però in un certo senso il danno è fatto.

Ero partito ben disposto, mi piaceva il genere, bello l’artwork e buoni i suoni, poi però le tante citazioni e il sound fondamentalmente derivativo hanno raffreddato presto l’entusiasmo iniziale. Direi che la band può fare di meglio, ne hanno la capacità, ma devono impegnarsi di più. GB




Flash Forward Magazine

Indietro a Ultime Recensioni

Indietro alla sezione M