Rock Impressions

Morph - Sintrinity MORPH - Sintrinity
Progress Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Post Modern Prog
Support: CD - 2013


La Svezia continua a sfornare artisti in ogni campo musicale, una vera invasione che sembra non avere crisi, un fenomeno che deve avere delle motivazioni profonde, vista la sua portata senza precedenti. I Morph sono solo una delle tante realtà che arrivano da questa scena, ma la cosa più sorprendente è la qualità media di questi progetti artistici che si è sempre dimostrata ben al di sopra della media e non fa eccezione il progetto di questo duo al suo debutto. I morph sono Attila Bokor, voce, chitarra e basso e Richard Sandstrom alla batteria.

Un bel giro di batteria è l’incipit del disco, poi entrano chitarra e basso con un riff molto post modern prog metal, con reminiscenze che rimandano subito ai Porcupine Tree del genialoide Steven Wilson, ma il cantato splendidamente melodico conferisce un quid molto personale al tutto, il primo brano “A Breath Away” ci conquista subito, per le sue intuizioni melodiche e per la forza intrinseca delle sue parti strumentali, sorta di poesia moderna che non lascia indifferenti. L’avvio di “At the Crossroad” è molto più metallico, il ritmo è pulsante e ossessivo, costringe a farsi coinvolgere in un ascolto partecipe, poi si apre una parte meno ruvida su cui si innesta il cantato e si stemperano le tensioni iniziali, c’è ancora molta poesia in questo squarcio di anima messa in musica, con nel finale un intreccio melodico spettacolare. “Reaching For You” è un brano meno immediato dei precedenti, armonicamente più ricercato con belle parti ritmiche, ci sono delle intuizioni tutte da godere e alla fine piace parecchio, anche se è meno penetrante. “Wake Up” è un braccio di ferro con l’ascoltatore, ci sono soluzioni decisamente complesse, che faranno la gioia di tutti gli amati del prog metal più avventuroso, una prova d’orgoglio di questi musicisti svedesi, che si dimostrano veramente in gamba, ma ci sono anche aperture melodiche di grande respiro, che faranno sognare gli appassionati della buona musica prog. “The Final Bow” invece è aperta con un giro acustico decisamente ispirato, che pian piano si trasforma in un crescendo, abbastanza classico, ma anche molto ben fatto. “It Feels Like the End” spinge ancora più a fondo la voglia di questi musicisti di misurarsi con strutture complesse e riserva verso la fine del disco uno dei brani più sorprendenti del lotto, verso la fine il pezzo diventa molto lirico, perde una parte della sua complessità in favore di un’accelerata melodica di grande bellezza. Chiude la poetica “The Journal”, uno spettacolo melodico e davvero non poteva chiudersi meglio questa piccola gemma di vero prog, che non ha paura di mostrare tutta la sua voglia di musica.

Sintrinity è un concentrato di buone idee, prog metal post moderno ovvero uno sguardo sul futuro di questo genere musicale, con un occhio di riguardo per le belle melodie, cosa chiedere di più? In effetti per me questo è un disco riuscito, che potrebbe finire sepolto da tante uscite simili, ma non parimenti ispirate, ebbe si, la Svezia ha lasciato ancora una volta il segno. GB

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