Rock Impressions

Mosquitoes - Zapp MOSQUITOES - Zapp
Selfproduced
Distribuzione italiana: band
Genere: Hard Rock / Rock Blues
Support: CD - 2015


Divertente! Questo è il primo aggettivo che mi è venuto in mente alla fine dell’ascolto di “Zapp”. Il disco che simpaticamente prende il titolo da una ditta di insetticidi indonesiana che durante il periodo di registrazione, ha espresso il proprio “I Like” sul profilo Facebook della band di Foligno, è ad opera dei Mosquitoes.

Sono attivi dal 2012 grazie ad un idea di Alessandro Donati (basso) e Luca Giuliani (chitarra), con loro si aggregano Ismaele Zampognini alla batteria, Tommaso Giuliani alla chitarra e Tiberio Rossi Magi alla voce. Solo Leonardo Germani sostituirà nell’estate del 2014 alla batteria Zampognini.

Ma divertente perché? Perché semplicemente la musica è contagiosa, si denota la spontaneità ed il divertimento che prevarica tecnicismi inutili ed altri orpelli vari al riguardo. Denoto anche buona personalità.

I testi raccontano della società e di fatti vissuti personalmente, non esula neppure l’argomento “amore”, sempre trattato nella musica. “Zapp” è dunque composto da cinque brani e si comincia con “Bobby The Beggar”, dove l’alienazione della società moderna viene esposta alla luce del giorno. Il pezzo lascia spazio alle melodie orecchiabili, di facile memorizzazione e buona è la prova vocale di Rossi Magi che senza forzare riesce a dare rotondità al brano. Qui mi soffermo anche a fare una considerazione, finalmente una band italiana che ha capito che in una canzone Rock (che così si possa almeno definire) serve un solo di chitarra, non importa quanto sia lungo. Questo non deve essere composto da chissà quale tecnica, ma serve per spezzare e dare incisività. In questo caso bravi i Mosquitoes.

Il Rock vigoroso procede con “Legal Slavery”, incisivo anche nel testo che tratta di condizionamento mascherato da libertà. Anche la sezione ritmica non esula dal discorso della semplicità messa a disposizione dei fatti. Per il cantato in generale la band ha scelto la lingua inglese.

Divertente e più grezza, al limite del polveroso la seguente “Three Blacks”, qui il gruppo dimostra di sapere cosa significa fare Rock. Da essa si evince che uno stile di vita Rock (almeno così lascia presagire), c’è stato. L’amore di cui prima facevo cenno, è trattato nel romantico respiro di “Breath”, ballata all’inizio semplice ma che va in crescendo sia emotivo che sonoro, per raggiungere un ficcante solo di chitarra elettrica.

Il disco si chiude con “Red Magic”, altro tassello Rock puro, senza se e senza ma.
Come esordio “Zapp” non è per niente male, ci presenta una band carica, sincera e passionale. La registrazione effettuata agli Urban Recording Studio della Lizard Accademia musicale di Spello rende giustizia, grazie ad un sound privo di sbavature. Con piccole aggiunte sonore o migliorie in ambito di arrangiamento, sono certo che i Mosquitoes possono darci soddisfazioni ancora più grandi, ma il piede di partenza è già quello giusto. Ma, cari Mosquitoes, non date retta a scribacchini o critici come me, altrimenti già non sareste più Rock! Bravi. MS




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