Debutto discografico al fulmicotone per questi polacchi capitanati
dalla potente e grintosa voce della conturbante singer Freya, seguaci
di gruppi come Lacuna Coil, Evanescence e Disturbed, con un ruvido
mix di Gothic Metal, Industrial, Post Grunge e Stoner a far da tappeto
alle intemperanze della dark lady di turno, tutto come da copione
insomma… In effetti si tratta di un prodotto medio che si inserisce
nel filone già citato senza infamia e senza lode e che come
punto di forza ha proprio la presenza di una singer davvero interessante.
Questo primo cd omonimo presenta dodici traccie piuttosto ben assortite
con alcuni brani che spiccano decisi, ma che nel complesso rimandano
in continuazione a questo o a quel gruppo, senza mai dare la sensazione
che i nostri siano in possesso di numeri sufficientemente personali
da porli in primo piano in un panorama già molto affollato
di meteore. Dopo la sulfurea “My Pain” inizia un rosario
di traccie ora più caustiche e metal, ora più lente
e riflessive, come ad esempio la strana “Ressurect Me”,
le ritmiche comunque non sono mai troppo veloci. La seconda metà
del cd presenta delle composizioni in calo d’ispirazione come
“Infect Your Soul” o “Hunger” e questo getta
un’ombra sulle reali capacità del gruppo, ma non dimentichiamo
che si tratta di un debutto e che quindi ci sono i margini per futuri
miglioramenti.
Se i Mothernight fossero giunti all’inizio dei generi musicali
che abbracciano, sarebbero sicuramente uno dei gruppi più amati
del genere, oggi come oggi sono solo uno dei tanti gruppi che stanno
cercando di provarci, il loro sound è buono, ma la discesa
per l’infernale olimpo gotico si preannuncia più faticosa
del previsto. GB
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