Rock Impressions

Mothership MOTHERSHIP - Mothership
Ripple Music
Distribuzione italiana: -
Genere: Hard Rock / Stoner
Support: CD - 2013


Dagli USA vengono questi Mothership, composti dai fratelli Kelley e Kyle Juett, rispettivamente alla chitarra e al basso, insieme al batterista Judge Smith, che hanno dato vita a questo power trio con l’intento di produrre un suond maledettamente settantiano, perfettamente in bilico fra heavy blues, psichedelia, stoner e qualche spruzzata di doom. Essendo al debutto non c’è molto altro da dire su di loro e non ci resta che tuffarci nella loro musica rovente.

L’avvio è lento, la batteria propone un giro stanco su cui si innesta la chitarra, un modo davvero poco convenzionale di salutare gli ascoltatori, ma pian piano il tutto prende vigore e “Hallucination” assume le movenze di un classico heavy blues, altamente psichedelico, il brano è strumentale e il titolo appare quanto mai azzeccato. “Cosmic Rain” è molto classica, bello il riff portante, la chitarra è satura e tutto scorre con impeto, sembra davvero di fare un salto temporale ai tempi dei primi Blue Cheer o dei Mountain. “City Nights” fa parte di quella folta schiera di canzoni tanto semplici quanto efficaci. “Angel of Death” attacca con un solo di chitarra molto rumoroso, il brano è più epico dei precedenti, ha una bella struttura in crescendo, la base è sempre blues, ma questa volta è più sulfureo, anche se non è mai troppo dark, ad un certo punto il riffing diventa veramente coinvolgente fino al gran finale, uno dei pezzi più riusciti.

Il lato B (per me ideale, visto che ho il cd, ma esiste anche la versione vinilica) si apre con “Win or Lose”, anche questa apertura è un po’ fuorviante, quasi poetica, con la chitarra quasi accarezzata, nota per nota, ma poi tutto torna al suo posto e verso il minuto entra la chitarra distorta, con un riff rallentato da manuale. “Elenin” è il primo brano a dirmi poco, ma non è una caduta di stile, solo sotto la media dei precedenti. Ci pensa “Eagle Soars” a riportare a posto le cose, con un mid tempo pieno di passione, di quelli che è impossibile stare fermi. Chiude la lunga “Lunar Master”, nella prima parte il brano si presenta come il più heavy del lotto, una generosa dose di energia, forte come una scarica di adrenalina, poi verso la metà sembra innestarsi un altro brano, più psichedelico, quasi una ballad, una bella chiusura ispirata.

Un bel debutto, onesto, sicuramente non originale, ma è un disco capace di mantenere viva la passione per il rock più viscerale, i Mothership sono una band che fa parte degli amanti del seventies sound, ottimi per gli amanti del genere, un monito per tutti gli altri. GB

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