Peter
Murphy è stato il cantante dei Bauhaus, non credo serva altro
per stabilire l'importanza artistica di questo mito vivente del gothic.
Ma le radici di Peter vanno dimenticate per parlare di questo suo
nuovo disco, che potrete odiare o amare, perché è totalmente
diverso dall'icona che tutti avete di questo artista.
Murphy ha incontrato casualmente l'artista turco Mercan Dede e si
è così innamorato della sua musica che l'ha voluto per
realizzare questo CD. Forti sapori orientali ed etnici si mescolano
e si confondono nei nove brani di questo album per quasi settanta
minuti di musica fortemente evocativa e indubbiamente molto espressiva.
L'oriente e l'occiente si fondono con grande malinconia in questi
tempi oscuri dall'incerto futuro. Non trovo che la formula sia particolarmente
inedita, perché molti altri artisti si sono fatti conquistare
dalle suadenti melodie orientali come i Dead Can Dance e i nostrani
Ataraxia, però va detto che questo album ridefinisce i canoni
espressivi di questo matrimonio "impossibile".
Citare un brano rispetto ad un altro è meramente superfluo,
il CD racchiude un viaggio che va intrapreso dall'inizio alla fine.
Un viaggio affascinante che vi catturerà con la sua grande
dolcezza e malinconia. GB |