“Un viaggio interiore ed esteriore... al buio, fuori al freddo
. La notte diventa un bozzolo all'interno del quale si può
trovare un'alba di rinascita”. Così ritornano i genovesi
Narrow Pass del chitarrista Mauro Montobbio in questa terza testimonianza
da studio dopo cinque anni dall’ottimo “In This World
And beyond”. Ma quanti artisti validi ci ha dato “Zena”,
la città ligure che sin dagli anni ’70 ci ha tempestato
di gioielli Progressive Rock e non solo, davvero tantissimi. Quel
Progressive che ci ha resi noti in tutto il mondo, un genere che soltanto
noi italiani stessi non sappiamo valorizzare al meglio perché
affetti dalla malattia esterofila.
Il gruppo oggi è composto oltre che da Montobbio (chitarra
e tastiere), da G.B. Bergamo (grand piano, hammond), Luca Grosso (batteria
e percussioni), Alessandro Serri (voce, chitarra, basso,oboe e percussioni)
e Anna Marra (voce). Con loro partecipano ospiti di eccezione, nomi
noti nel campo Prog italiano contemporaneo, come Edmondo Romano (Eris
Pluvia, The Ancient Veil, Höstsonaten) al sax e flauto, Fabio
Gremo (Daedalus, Il Tempio delle Clessidre) al basso, Elisa Montaldo
(Il Tempio delle Clessidre) al piano e Sandro Marinoni (Società
Anonima Decotruzionismi Organici) al flauto, ma ciliegine sulla torta
già di per se molto farcita sono Cathy O'Gara (voce) e John
Hackett (flauto).
Il disco è composto da otto canzoni, ovviamente in perfetto
stile Prog, ossia con suite e brani ricchi di cambi di tempo. Con
i Narrow Pass si esplorano territori acustici, solari e se vogliamo
dare dei punti di riferimento musicali, vicino ai Camel, ai Pink Floyd
ai Genesis e ad una fetta di New Prog. Tuttavia, un buon amante del
genere, già viene accalappiato dalla inequivocabile copertina
“Prog” ad opera di Carlo Cibrario Sent e Simona Corniola.
La title track “A New Day”, divisa in due parti, si apre
con delicatezza ed una chitarra in stile Hackett, l’evolversi
poi si sviluppa in crescendo, fra cambi umorali e di stile. Arpeggio
di chitarra, flauto ed oboe per la strumentale “The Challenge”
con John Hackett, sicuramente una delle canzoni più apprezzabili
dell’intero lavoro. Brividi inevitabili, anche durante il solo
di piano. In “Fireflies” giunge la soave voce di Anna
Marra, ed il pezzo ha un fragrante profumo bucolico di arie Folk.
Una ballata soffice. Il ritmo si alza in “Acquiring Wisdom”
pur restando in un marcato territorio melodico. Ma tutta la musica
dei Narrow Pass gioca sul fattore emotivo e toccante. Giochi elettronici
a loop aprono “Metamorphosis”, movimento libero da schemi
di sorta, dove la chitarra diventa più Rock e la musica si
avvicina al New Prog. Inglese la metrica strutturale di “Flaming
Snakes”, affiorano anche i Marillion era Fish anche se solo
per alcuni frangenti. Altro strumentale è “Hard Work”
e questa volta il pensiero potrebbe tornare a quello stile italico
che band come PFM ha reso noto. Il disco si chiude con “Xroads”,
sunto di un genere che a mio avviso non finirà mai di emozionare,
grazie alla tecnica a disposizione delle buone melodie.
I Narrow Pass sono tornati con eleganza, quasi in punta di piedi,
ma la musica proposta pur risultando delicata, è autoritaria,
diretta e portatrice di emozioni. Ora spero soltanto che per ascoltare
un altro bel disco della band non devo aspettare altri cinque anni,
ma qui subentrate soprattutto voi, dategli una opportunità
e non ve ne pentirete. MS
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