Dopo
gli ottimi Without Face ecco arrivare una nuova sensazione prog metal
dall'Ungheria. I Nemesis sono in attività dal '97, con due
album pubblicati in lingua madre, ma la difficoltà di trovare
spazio nel mercato occidentale aveva fatto naufragare il gruppo originario
che si scioglie alla fine del 2000. Nel 2001 il gruppo si riforma
con una nuova lineup e decide di riregistrare e riarrangiare i precedenti
lavori con un più fruibile cantato in inglese.
Come i Without Face, i Nemesis si rifanno al prog metal di scuola
Dream Theater e Fates Warning, ma mentre i primi spaziano spesso e
volentieri nel gothic, i Nemesis restano ancorati ad un prog metal
meno sperimentale e dal grande impatto emotivo. Il gruppo è
fresco e dimostra di avere molte idee, ma è destinato ad un
pubblico appassionato di metal progressivo ad alte dosi di tecnica.
"Reality's Door" si apre con atmosfere plumbee e soffuse,
ma cresce piano piano fino a proporre un riffing sincopato molto nervoso
e una doppia cassa usata con misura. "Predestination" è
un brano più oscuro e metal del precedente, con delle buone
linee melodiche. "Four Mirrors" è un brano ben confezionato,
ma ha un incedere troppo deja-vu, quasi NWOBHM per destare interesse.
"Eden?" è una song lunga e piuttosto complessa, inizia
con atmosfere molto oscure e apocalittiche, poi entra la doppia cassa
con un riffing metallico serrato, pecca un po' di tecnicismo, ma le
linee vocali piuttosto piacevoli migliorano il tiro del pezzo. "Faith"
è una breve ballata strumentale, molto scontata, un vero passo
falso. "Eternal Circle" è una suite ben architettata,
sicuramente uno dei momenti migliori del disco, le idee sono le stesse
già espresse nei brani precedenti, solo più sviluppate."Escape"
parte in doppia cassa, poi rallenta un po' quando entra il cantato,
più che trascurabile. In chiusura troviamo un brano folk ungherese
che eleva il valore del repertorio proposto.
I Nemesis sono un gruppo molto interessante, ma devono ancora trovare
una propria identità precisa. GB
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