La
Spagna è una terra che ha una particolare vocazione prog, non
ha molti gruppi, ma la qualità spesso è piuttosto interessante,
questi Neverness si sono formati nel ’98 e questo è il
loro secondo album, ma non avendo sentito la loro prima fatica non
posso fare dei paragoni diretti. Il genere proposto da questi progsters
latini è un intrigante blend di influenze classiche, King Crimson,
Floyd… venate da un hard rock viscerale che ricorda un po’
i Deep Purple, ma anche varie formazioni minori di hard prog, in particolare
della scena settantiana tedesca.
L’album è diviso in sei tracks mediamente lunghe, che
alternano parti cantate in lingua a lunghe cavalcate con continui
duelli fra tastiere e chitarra, un mix epico ed energizzante con delle
chitarre heavy dosate con misura, che sanno anche essere controllate
quando serve e poi sono capaci di liberarsi in partiture serrate e
coinvolgenti. La sezione ritmica è all’altezza, esprime
una buona tecnica e sostiene adeguatamente il lavoro dei solisti,
il cantato è dosato con parsimonia, lasciando ampio spazio
a lunghe performances strumentali che sono la vera forza della band.
“Pachamama” apre con un’atmosfera tribale che ha
il sapore della terra, poi parte una sezione propriamente prog dal
sapore epico, si tratta di prog piuttosto classico, ma con un sound
che suona al passo coi tempi, davvero intrigante. “Muro de Cristal”
è molto hard oriented, ma sono ben presenti anche gli elementi
progressivi, di sicuro un brano che ameranno moltissimo tutti gli
amanti del prog più grintoso, molto belle le parti strumentali.
“Mi Mundo al Revés” è molto più onirica,
le parti cantate sono un po’ leziose, come accade spesso coi
gruppi ispanici, ma come ho già detto quelle strumentali sono
prevalenti e rendono più digeribile il tutto. “Sin Horizonte”
attacca con un giro di tastiere piuttosto prevedibile, ma poi entrano
le chitarre ed inizia la parte migliore dell’album, che da qui
fino alla fine assume dei connotati epici di grande intensità
espressiva. Alcune parti di questo pezzo mi hanno fatto pensare ad
un improbabile mix fra Pink Floyd e i Black Sabbath di Mob Rules.
“Desde el Silencio” è uno degli apici compositivi
del disco, un brano ricco di situazioni diverse, che possono essere
svelate solo da un ascolto attento. Si conclude con la lunga “Mundo
de Locos”, che con oltre dodici minuti di prog intrigante mostra
le vere capacità del gruppo, il brano regge e pone i Neverness
tra le nuove realtà prog da tenere sott’occhio.
Questi ragazzi propongono un prog ancora legato a vecchie sonorità
e ad un modo consolidato di interpretare il genere, sono molto piacevoli
e hanno proposto soluzioni intriganti, ma se continuano su questa
strada avranno un pubblico molto selezionato. GB
Sito Web
Per un assaggio: http://www.myspace.com/nevernesslive
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