Claudio Simonetti è uno dei musicisti italiani più conosciuti
e amati, grazie alla sua collaborazione storica con il regista Dario
Argento, con il gruppo dei Goblin negli anni settanta ha animato le
fantasie di molti appassionati di musica e di cinema, perché
i Goblin sono stati il gruppo che più di tutti ha saputo trasmettere
al grande pubblico sensazioni horror attraverso le sette note, tanto
che è oggi impossibile pensare a certe pellicole senza associarle
subito alla musica composta dal gruppo di Simonetti.
Dopo i Goblin Simonetti ha dato vita a numerosi progetti e, dobbiamo
dirlo, ha campato di rendita non poco sul successo della sua vecchia
band, tanto che si trovano sul mercato innumerevoli progetti che con
titoli diversi ripropongono sempre i soliti brani noti, poi c’è
stata la parentesi Daemonia, con questa band di giovani musicisti
Simonetti ha dato l’impressione di una rinascita artistica,
anche se ha utilizzato ancora il vecchio repertorio, ma probabilmente
questo gli è servito per scaldare i motori e rimettere in piedi
il progetto Goblin, con la sezione ritmica dei Daemonia composta da
Bruno Previtali al basso e Titta Tani alla batteria e con altri due
vecchi amici: Massimo Morante alla chitarra e Maurizio Guarini (il
cosidetto “quinto” Goblin) alle tastiere.
Questo curato live ci permette di capire come stanno realmente le
cose. In scaletta ci sono ben diciotto brani, che ripercorrono tutta
la storia della band, non potevano mancare ovviamente i vecchi classici
come “Suspiria” o “Profondo Rosso”, ma troviamo
anche pezzi recenti come “Non Ho Sonno” e “Death
Farm”. Il gruppo da prova di una grande solidità e con
questa formazione sembra essere tornata la magia di un tempo, la cosa
che sorprende è come le composizioni proposte non sembrino
datate, anzi suonano attuali e intriganti come un tempo, certo siamo
in pieno territorio prog e non è un genere “alla moda”,
quindi non siamo parlando di modernismi buoni per i quattordicenni,
ma stiamo parlando di un sound che suona ancora molto convincente
e soprattutto coinvolgente, cosa non così scontata per musica
che è strumentale e che è stata pensata per accompagnare
dei filmati. Invece questo live ci inchioda ad un ascolto attento
e ci trascina in una cascata di emozioni diverse.
Questo Live in Roma è un ottimo disco, registrato bene, anche
se in un certo senso mi mette un po’ di malinconia, perché
sono convinto che Simonetti e compagni avrebbero potuto fare un po’
di più in questi anni a livello di nuove uscite, ma è
anche vero che è molto meglio una serie ristretta di buone
uscite piuttosto di tanti lavori molti dei quali senz’anima.
Godiamoci allora i New Goblin, una formazione che ci invidiano in
tutto il mondo. GB
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