I
New Machine sono il nuovo progetto dei polistrumentisti David Garcia
(batteria, tastiere e voci) e Bob Gilmartin (chitarre, basso e voci),
in passato i due avevano militato nei Mystery Bloom, con un solo album
Frame of Mind del '96, e nei Phantom's Opera, per poi decidere di
lavorare su questo nuovo progetto a due, infatti fanno tutto da soli.
La storia di questi due amici ha dell'incredibile, si conoscono dall'età
di cinque anni e da allora hanno condiviso gran parte della loro vita,
in particolare quella musicale. Vi racconto questo perché la
loro musica trasuda feeling a piene mani e conoscere il loro passato
aiuta a capire da dove nasce questo afflato artistico. La passione
condivisa per Rush e Kiss ha fatto il resto, ma fra le influenze del
gruppo si possono citare anche Kansas, Marillion e il rock sinfonico
in generale, in paerticolare per l'uso delle tastiere.
Il territorio in cui si muovono i due è quello del prog metal
con grandi dosi di melodia, le linee melodice delle parti vocali sono
il punto di forza del sound dei New Machine, mentre il prog non è
eccessivamente complesso o articolato, prevelente è sempre
la ricerca melodica. In questo senso i dieci brani che compongono
l'album inchiodano l'ascoltatore in un atmosfera incantevole, una
musica carica di forza vitale, ma che non disdegna un certo impegno
concettuale proponendo una discreta serie di raffinatezze tecniche.
Apre il CD la serena malinconia di "Going Home", un brano
molto old fashioned, che porta subito in primo piano le spiccate attitudini
melodiche dei nostri. Il brano lascia il posto all'aggressiva "New
Horizon", che ci mostra anche l'anima grintosa del duo. "Falling"
ha un ottimo impianto prog ed è una delle tracce più
tormentate, ma i cori sono comunque molto ariosi. "In the Wake"
è uno dei momenti più prog metal, ma ancora più
interessante è "Cold", che presenta delle soluzioni
un po' più originali. La linea dura continua con la trascinante
"Forgotten Man". "Meant to Be" ci riporta a climi
più solari e rilassati, anche se è uno dei momenti meno
originali dell'album. Gli ultimi due brani sono il meglio del repertorio,
dura e cattiva "A Thousand Lies", lunga e complessa "Waterfront".
Se il buongiorno si vede dal mattino sentiremo molto parlare di questo
splendido duo. GB
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