L’Italia è stata una nazione ricettiva negli anni passati
, nei confronti di un certo tipo di Rock, quello da non alta classifica,
fatto di musica sperimentale e contaminata. Negli anni ’70 anche
il Rock Progressivo italiano si è aperto una finestra nel mondo
e nascono a suo seguito numerose band di successo. Il fenomeno si
esaurisce alla fine degli anni ’70, ma il cultore del genere
è sempre sopravvissuto fino ai giorni nostri . Sempre affamato
di Prog, segue ogni minimo movimento e spera ancora di trovare nell’aria
i profumi dei tempi che furono. Lo stesso vale per gli artisti, si
riparte negli anni ’80 con nuove band (New Prog) e via dicendo,
fino ad arrivare ad oggi con band sempre più coraggiose e dedite
ad una musica personale. Una di queste che hanno portato la bandiera
del Prog Italiano negli anni ’90 si chiama A Piedi Nudi.
Consiglio a voi tutti di andare a rispolverare la discografia di questa
nostrana band e sono sicuro che avrete delle belle sorprese.
Una delle menti della band è proprio il chitarrista Nicola
Gardinale. Nicola è un artista vero, ossia è colui che
fa ciò che sente al momento e non fa ciò che vogliono
sentire gli altri. Chi lo avrà apprezzato negli arpeggi Prog
degli A Piedi Nudi, oggi probabilmente griderà al tradimento
con Nic-G And The Mogsy, ma questo è il senso della musica.
Ci sono temi per la mente e temi per il corpo, si ha bisogno di gridare
forte anche da dove veniamo, da quel suono lontano, roccioso di Hard’n
Blues di chi non vi dico ( chi vive di Rock sa di chi parlo). Assieme
a Nicola nel progetto troviamo Massimiliano Ferrari al microfono,
Alessandro Zaia al basso, Michele Chiarato alle tastiere e tre batteristi
che si alternano nei brani, Gianmatteo Lucchin, Giampaolo Gallian
e Giorgio Zampirocco. La chitarra elettrica è quindi lo strumento
principale in questo disco suddiviso in dieci tracce per una durata
di tre quarti d’ora. Musica elettrica, Funky, Hard Rock, Blues…Nicola
con Nic-G And The Mogsy ha fatto come Zio Paperone nel deposito di
monete, un tuffo nel suo beneamato Rock! Nessuna tecnica esasperata,
tanto buon gusto (“Cucaracha Mezcal”) ed adrenalina. Un
songwriting lineare fa si che l’ascolto scorra via in tutta
la durata con interesse. Una sorpresa per il sottoscritto l’anima
Blues di Nicola, ma lasciatemi spendere anche una parola per la voce
di Massimiliano, perfettamente incastonata in queste “rocce”.
Sono sicuro che questo disco qui in Italia non se lo filerà
nessuno, perché noi non abbiamo la cultura del rock, quello
vero! Il Rock è uno stile di vita, poi un genere musicale,
per cui noi italiani siamo molto distanti dall’essere…la
TV e la società ci insegna che è più importante
apparire.
Mi dispiace per chi non può godere di queste “good vibration”,
io da parte mia non posso fare altro che consigliarvi l’ascolto
di questo disco, di certo non un must, ma un contenitore di aria pura
ed una bella botta di vita. Bravi Nic-G And The Mogsy, se vi va ancora
di divertirvi, di conseguenza divertirci, come potete vedere c’è
qualcuno che vi ascolta! MS
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