Il circuito Progressivo italiano è costantemente in fermento,
non molte uscite, ma continuamente interessanti. Generalmente la struttura
musicale è sempre dedita ai padri degli anni ’70, quando
qui in Italia il genere vive un momento di splendente fulgore. Innegabile
dunque una certa stagnazione compositiva, non tanto come melodie ma
come personalità. Ci sono band comunque che all’interno
tentano nuove strade o perlomeno osano di più, allontanandosi
dai più inflazionati stilemi PFM, Banco, Orme etc. C’è
anche un interessante sviluppo in campo vocale, noto tallone d’Achille
del genere italiano.
Claudio Milano, mente dei Nichelodeon è una mosca bianca. Uno
sguardo verso Demetrio Stratos, ma non solo. Ricerca fonetica nell’ambito
della struttura sonora, la voce intesa dunque come strumento. Mi viene
in mente anche il bravo John De Leo ex Quintorigo.
I Nichelodeon si formano nel 2007 e questo “Cinemanemico”
è il loro debutto discografico. Coadiuvato da due componenti
degli Yugen, Francesco Zago (chitarra ed ex the Night Watch) e Maurizio
Fasoli (Piano) e da Riccardo De Paola (Synths), Milano registra questo
disco a presa diretta nel 2007 in un concerto svoltosi a Milano. Una
scelta anche coraggiosa per un debutto discografico, soprattutto perché
non è stato applicato nessun artificio sonoro, il documento,
come segnalato anche nell’artwork, raccoglie ciò che
è accaduto sul palco.
La qualità sonora è decisamente buona, quasi non sembra
di ascoltare un disco registrato dal vivo.
I brani contenuti sono dieci e tutti godono di vita propria. Si trattano
svariati argomenti, persino culinari, tratti dalla lettura de “La
Scienza In Cucina e L’Arte Di Mangiare Bene” di Pellegrino
Artusi. In esso esistono anche alcuni brani tratti dall’esecuzione
dell’inaugurazione della Prima Biennale di Arte Contemporanea
a Mosca, dal nome “La Stanza Suona Ciò Che Non Vedo”.
La voce di Milano si modula su innumerevoli frequenze, passando anche
per quelle “arabeggianti”, per poi addentrarsi nello sperimentale.
Si ricerca l’interpretazione oltre che la tecnica, una recitazione
sopra ad un tappeto sonoro mai invadente e sempre di classe.
In questo genere è importante l’equilibrio fra la musica
e la voce, quando si passa verso lo sperimentale esasperato, molti
ascoltatori anche di Prog, pur siano preparati a molto, non reggono
l’ascolto. In questo caso l’equilibrio c’è,
il songwriting è strutturato in maniera elegante.
Ovviamente un lavoro del genere non è consigliabile a tutti,
bisogna avere la mente aperta, la voglia soprattutto di sedersi ed
ascoltare, questa non è la classica musica mordi e fuggi e
tantomeno Rock adrenalinico. Qui c’è l’anima di
un artista che ha molto da dire, un anima che si mette a nudo e che
desidera essere guardata ed apprezzata, perché Milano di musica
se ne intende, la sua cultura fuoriesce da ogni singolo brano. Concludendo
“Cinemanemico” è un ottimo disco di Prog sperimentale,
ma con una strizzata d’occhio anche alle buone melodie.
Assolutamente consigliato a chi è stanco del solito Prog. MS
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