Il Canada ha partorito tanti artisti importanti e i Nickelback hanno
tutti i requisiti per essere dei numeri uno: le phisique di role,
il sound vincente e canzoni che funzionano alla perfezione e hanno
venduto parecchio. Ciononostante non sono mai stati sostenuti dalla
critica che li ha trattati con distacco. Come genere musicale possiamo
inquadrarli nel post grunge, che non ha mai attecchito, per alcuni
troppo commerciale e per altri troppo derivativo, ma il pubblico ha
reso giustizia alla band. Il sound fatto di rock robusto e corposo
unito ad uno spiccato gusto melodico ha conquistato molti fans perché
in fondo ne hanno riconosciuto la sincerità.
Questo nuovo album prosegue nel percorso tracciato nei dischi precedenti,
nulla di originale, ma l’adrenalina scorre subito con la title
track, chitarre imponenti che saturano l’atmosfera mentre la
sezione ritmica pompa senza indugi. I Nickleback sanno come costruire
belle canzoni e questo nuovo disco ne è la conferma. Undici
brani che alternano sapientemente potenza e melodia, con qualche ballad
più o meno elettrica, la formula cattura e si può anche
perdonare la sua semplicità, in fondo è mito del rock
che continua a rinnovarsi, pur mantenendo delle caratteristiche riconoscibili.
Qualcuno continuerà a pensare che questa band non abbia molto
da aggiungere a quanto già detto, altri più semplicemente
ne godranno la consumata abilità nello scrivere pezzi che funzionano
alla grande e a me questo disco è piaciuto. GB
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