I franchi NIL appartengono a quella schiera di artisti veri, i quali
non badano certo alla fugacità delle mode che pretendono di
segnare il corso degli eventi musicali, e che inscatolano prodotti-CD
come fossero banali oggetti di facile consumo. Usa e getta. Nossignori,
al pari di illustri colleghi, come i conterranei Thork ed i finnici
Tenhi, i fratelli Maurin, David e Samuel, Benjamin Croizy e Frank
Niebel propongono la loro Arte con la compostezza e la competenza
di chi in partenza conosce il proprio destino: venir apprezzati da
pochi, ma devoti cultori.
"Quarante jours sur le Sinai" precede il disco che me li
ha fatti conoscere, "Nil novo sub sole", e che era stato
auto-prodotto e distribuito dall'insieme stesso, prima che la valida
Unicorn Digital del bravo (e coraggioso) Michel St-Père se
ne assumesse l'onere/onore di ri-presentarla, in una bella e sontuosa
edizione che consta di un corposo libretto supplementare che esplica
la vicenda in esso svolta. Non trattasi di rilettura di canoni biblici,
in quanto è ben più complesso l'approccio dei nostri
alla materia spirituale/esoterica. Ne è segno la diffusa bibliografia
(una cinquantina di titoli!) che viene dettagliata fra le pagine del
volumetto stesso, e che comprende opere di Plutarco, di Dante Alighieri,
di Platone, ma pure di Papus, del Saint Martin, di Bacon, di Champollion.
Un lavoro imponente che occupa ben oltre un'ora di - ottima - musica,
suddivisa in due "Atti", partiti ulteriormente in ventinove
frammenti.
La musica non poteva che essere misterica ed ermetica, anche se la
melodia costituisce una delle colonne portanti di "Quarante jours...".
Efficacissimo lo strumentismo, a volte asciutto altre ampolloso e
scenografico, mentre non trovo verbi bastanti a tessere le giuste
lodi all'interpretazione sublime della cantante Roselyne Berthet,
vero valore aggiunto (considerato che opera come ospite) di NIL. Rock
progressivo? Si, amici miei, nel senso più ampio e nobile del
termine. Un viaggio alla scoperta di tesori spirituali, ove sapienza
esoterica gelosamente custodita disvela parchi bocconi di una conoscenza
sterminata, ed ove le sabbie infuocate dell'Egitto rappresentano uno
soltanto dei mille palcoscenici che dovremo calcare, onde addivenire
ad una compiuta comprensione di tanta grandezza, così semplicemente
elargita da questi meravigliosi musici. AM
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