Rock Impressions

Nine Stones Close - Traces NINE STONES CLOSE - Traces
ProgRock Records
Distribuzione italiana: no
Genere: Post Modern Prog
Support: CD 2011

L’influenza dei Porcupine Tree ha colpito ancora , ma nella musica degli olandesi NSC ci sono momenti che ricordano anche i Pink Floyd (ben presenti anche nell’immaginario sonoro della band di Wilson) e gli ultimi Marillion. La band è al secondo disco, anche se il debutto era autoprodotto ed era più un progetto solista del leader Adrian Jones, inoltre questo disco è offerto gratuitamente in download sul sito ufficiale della band.

Attualmente la band è composta da quattro elementi, Adrian che suona chitarra, basso e tastiere, Marc Atkinson voce, Brendan Eyre tastiere e Neil Quarrell basso. Il disco si compone di cinque brani mediamente lunghi e molto atmosferici, la band predilige le atmosfere tristi e introspettive, ben rappresentate dalla copertina del sempre più bravo Ed Unitsky, che in questa occasione si esprime in un inetito (almeno per me) bianco e nero. Musica riflessiva quindi e poco viscerale. “Reality Check” assume toni quasi epici, da classica overture, il brano è strumentale e ricco di passione. “Threads” ha una partenza decisamente Floydiana, con una chitarra sognante, poi si avvicina di più ad altri modelli, soprattutto con l’entrata del singer, che canta in modo sofferto e delicato, a volte anche troppo, si riscatta con l’assolo di chitarra che non mi è dispiaciuto, comunque resta un episodio piuttosto prolisso. Questa connotazione malinconica è particolarmente evidente in “Falling to Pieces”, già il titolo è molto chiaro, la musica è l’esatta trasposizione del concetto in musica, francamente un po’ depressiva. Non è che le composizioni non siano belle, anche “Traces” presenta delle soluzioni armoniche ben costruite, ma tutti brani con una medesima visione triste alla lunga possono stancare se si vivono emozioni diverse da quelle descritte. La conclusiva “Thicker Than Water” risveglia la mia attenzione solo dopo oltre la metà, quando finalmente si elettrifica e parte un crescendo emozionale, che però mi fa rimpiangere quelli proposti dagli ultimi Anathema.

I NSC sono una band interessante, ma devono dar vita ad un songwriting più vario e un po’ meno malinconico, altrimenti resteranno una delle tante band inserite in un filone senza sbocchi, speriamo si ravvedano. GB

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