Questa
band al debutto viene dalla prolifica Svezia, nata come il progetto
del chitarrista Tommy Mangnusson, col tempo si sono aggiunti un batterista
e un vocalist, mentre le parti di basso e tastiere sono eseguite da
Tommy. Il contratto non è ancora arrivato e questo album è
stato autoprodotto, anche se gode della distribuzione della Record
Heaven.
Le influenze citate dallo stesso Mangnusson, motore della formazione,
sono molto varie e spaziano dai Journey ai Camel, passando per Saga,
Black Sabbath e Dream Theater, un bel mix che ha dato vita ad un songwriting
piuttosto insolito e originale. L’autoproduzione però
non ha aiutato, anche se non so se il masterizzato che ho in mano
sia solo un advance fatto molto artigianalmente o il lavoro definitivo,
perché nel primo caso le cose si spiegherebbero, ma nel secondo
allora come suoni proprio non ci siamo. Non fraintendetemi, il songwriting
è notevole e i brani hanno un grande fascino, solo che la resa
della copia in mio possesso è molto approssimativa e forse
non è stata una buona idea di uscire senza un supporto dignitoso.
Comunque i brani proposti sono pervasi da un senso di drammatica epicità,
contorniata da un tessuto altamente melodico, tensione e musicalità
si sposano in una soluzione piuttosto personale e inedita, ascoltate
“Dreams” o la successiva “Just Like a Stranger”,
un mix si Magnum, Saga, Heavy Metal e con un certo tasso di prog rock,
un sound fresco e intrigante, che avrebbe meritato un trattamento
più dignitoso, allora avremmo avuto un grande disco.
Le idee compositive espresse in questo debutto sono ottime, Mangnusson
possiede una vena creativa di buon spessore, adesso dobbiamo solo
sperare che trovi la possibilità di esprimere le sue doti in
un contesto più consono, se lo merita. GB
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