Era
il 1985 quando Sean Harris lasciò I Diamond Head, una delle
grandi band della NWOBHM che non aveva raccolto per quanto valeva,
e unì le proprie ambizioni musicali al brillante chitarrista
e produttore Robin George all’epoca reduce dell’esperienza
condivisa col grande David Byron (Uriah Heep), un artista poco conosciuto
nel nostro paese, ma che ha lavorato con alcuni dei più grandi
del circuito hard ‘n’ heavy come Robert Plant, Phil Lynott,
Glenn Hughes, John Wetton e Pete Way giusto per nominarne alcuni.
Ne venne fuori questo album a nome Notorious, che viene ristampato
dall’attenta Angel Air, con un sound grintoso e moderamtamente
melodico, una via di mezzo fra il mainstream e l’heavy rock,
che andava abbastanza di moda nel periodo, ricordo che anche i Magnum
si dedicarono a questo genere poco dopo.
Il disco parte molto bene con la grintosa title track, un buon riffing
stoppato che graffia e belle melodie vocali con Sean in gran spolvero,
si sente tutta la classe dei nostri. “The S’Walk”
non rinuncia alla grinta, ma è molto più ruffiana, sembra
quasi di sentire un hit di Huey Lewis o una track di una colonna sonora
di un film da cassetta alla Ghostbuster. “Arianne” strizza
l’occhio al pop elettronico dell’epoca e spiazza un po’,
un tentativo che cozza con la buona apertura, probabilmente volevano
piazzare una hit alla radio. Meglio “You Need More”, che
ricorda i Boston e finalmente ci fa ascoltare la chitarra di Robin,
che non è niente male. Carina “Better the Devil You Know”,
ma tornano i pruriti commerciali e si sente che la band può
dare di più. Anche “Do Like a Man” ci presenta
le stesse tentazioni e la stessa voglia di sperimentare il pop dell’epoca,
musica che non ha lasciato molto nella storia del rock. Un po’
meglio “Losing You”, una ballad non scontata, con una
bella parte di chitarra e una buona interpretazione vocale. “It’s
Energy” vuole mostrare che i nostri sanno come fare per creare
il giusto groove, ma a questo punto è quasi un pesce fuor d’acqua.
“The Game’s Up” fa il verso agli Status Quo, si
ascolta con piacere, ma… Carina la rockeggiante “Eyes
of the World”. “Believe in You” gioca la carta della
ballata blues, senza strafare. “Touch” si salva solo per
le parti di chitarra, il resto è noia. Per me “Soul on
Fire” è quasi inascoltabile, funky che non c’entra
nulla, quasi che volessero imitare Prince. Altra ballatona “Love
Fades”, ma assai prevedibile. “Good Times” è
un’ultima zampata rock, con cui gli artisti si congedano.
Notorious è un disco da consigliare vivamente ai fans di Sean
Harris e Robin George, gli altri è bene che ci pensino prima
e magari diano un ascolto preventivo, non è certo un disco
imperdibile, però fotografa bene un periodo di confusione musicale,
da cui sono usciti pochi grandi gruppi e pochi grandi album. GB
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