Accompagnato
da un ricco booklet, il progetto Noxia lascia un segno musicale nell’animo
del sottoscritto, il cosiddetto disco che non ti aspetti. Mi informo
e vedo che la mente autrice è quella di Alberto Ferraris (tastiere
e basso), ex Scisma, il quale si circonda di numerosi collaboratori,
fra i quali segnaliamo i cantanti Maria Loscerbo e Paolo Mattea.
In “Doron” c’è una varietà di influenze
che sconfinano dal Rock all’elettronica, passando per il Pop,
Il Prog e l’Etno-Folk, ma non spaventatevi per questo insieme
di terminologie di facciata, la musica ha il pregio di essere semplice
e diretta. L’iniziale “Doron” è proprio la
fotografia di quello che può essere questo mix di sonorità
e la chitarra di Enrico Ferraris dona al tutto una timbrica Hard Rock.
Ogni singolo brano è un affresco, come dicevano negli anni
’70 i nostrani Arti E Mestieri, sono tutte immagini per un orecchio.
Alberto si cimenta al basso in “Dreamers”, pezzo molto
incentrato su questo strumento, oltre che sulla bella voce di Maria.
Suoni sontuosi, Etnici, elettrici per un atmosfera di quiete e calore.
Molto bella anche “Stay Away From Me”, mentre il nostro
orecchio all’inizio fuorviato, comincia ora a fare l’abitudine
a queste strumentazioni. Dolce e carezzevole “Don’t Wake
Up”, ben arrangiata dal pianoforte stile Blackfield, più
Rock “A Place Inside Of Me”, dove possiamo ascoltare anche
la voce di Mattea, roca e degna interprete. In questo frangente vengono
alla mente gli Ayreon di “Actual Fantasy”. “Bambino
Ridente” è un breve episodio narrato da Pietro Bertolini
sopra una base elettronica e degli interventi tastieristici d’effetto.
Ci sono brani più che commerciali in “Doron”, non
tutto è così sperimentale come potrebbe sembrare, “It’s
Not Too Late” ne è testimonianza, il ritornello è
gradevole, così come il refrain. C’è anche spazio
per brani di lunga durata, come i nove minuti abbondanti della bella
“Corvus Ego Niger”, dove l’etnico e la World Music
tornano in cattedra. “My Freedom” tocca dentro, grazie
alla tromba di Alberto Bardelloni, uno dei frangenti più importanti
del disco. La famiglia Ferraris si allarga con Giovanni, voce di bambino
in “No Goodbyes”, mentre ci pensa la breve ma stupenda
“Live Your Life Today”, voce e piano, a chiudere un lavoro
davvero maturo.
In Italia abbiamo artisti che non sappiamo valorizzare a dovere, se
questo “Doron” fosse stato scritto da una band inglese
allora staremo qui a tessere le lodi di un capolavoro.
Ovviamente dovete essere aperti a queste soluzioni, sgomberare la
mente da ogni paletto di confine, ma mi sento di consigliarlo proprio
a tutti grazie alla malleabilità della sua struttura.
Appetibile. MS
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