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L’universo del Doom e dello Stoner si arricchisce di una nuova
formazione molto oscura proveniente dalla Svezia, gli Obrero. Alla
voce troviamo Martin Missy (Protector) più due chitarre, basso
e batteria, una classica formazione a cinque e un solido background
nel metal estremo, il tutto si condensa in questo nuovo lavoro ricco
di suoni saturi e mefitici.
Mortui Vivos Docent si presenta come un lavoro molto old fashioned
e vintage, non tanto nei suoni, ma nel modo di intendere la musica,
un percorso che hanno fatto molti musicisti provenienti in particolare
dal black metal, forse stanchi di eccessive velocità e incapaci
di trovare nuovi sbocchi artistici. L’intro ormai è quasi
immancabile e ci catapulta in un universo di terrore e paura, una
donna geme e partono le chitarre su cui troneggia la voce cattiva
di Missy, nero cocchiere del combo, che dispensa tonalità da
incubo, mentre da un punto di vista armonico e melodico siamo in linea
con molti prodotti simili, gli Obrero non copiano nessuno in particolare,
ma non brillano nemmeno di una eccessiva originalità. Il discorso
vale anche per “Son of Tutankhamun”, un buon pezzo cadenzato,
che Missy interpreta con grande trasporto e che la band rende molto
bene, forse uno dei brani migliori del cd. Molto interessante il giro
quasi psichedelico di apertura di “Svantovit”, dove la
band riesce finalmente a staccarsi dai modelli del genere. Il sound
è sempre molto oscuro, quasi oppressivo, alla Electric Wizard
per intenderci, ci sono anche tracce dei Kyuss, ma la band deve ancora
trovare una dimensione più completa per fare il salto dovuto.
Un disco da consigliare in particolare agli appassionati del genere,
tutti gli altri è meglio che diano un ascolto preventivo, prima
di avvicinarsi alle tenebrosità di questi oscuri vichinghi
che sembrano essere stati partoriti dall’Hel, il regno dei morti
norreno. GB
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