Fondati nell'ormai lontanissimo 1982, gli americani Obsession servirono
da trampolino di lancio per il cantante Michael Vescera che rese la
sua ugola disponibile per Malmsteen, Loudness, Roland Grapow, Dr.
Sin, Animetal, Killing Machine, etc. Nel 2004 la band fu rifondata
e dal 2006 ad oggi ha rilasciato "Carnival Of Lies" (2006),
"Obsession" (2008) ed oggi, per la Inner Wound Records,
"Order Of Chaos".
Michael ha radunato intorno a sè Scott Boland (ch - MVP), John
Bruno (ch - X Factor X), Chris McCarvill (bs - X Factor X, Safe Haven,
Stygia) e BJ Zampa (bt - House Of Lords) per preparare i dieci brani
che propongono un virile e poderoso US heavy metal che resta fedele
ai principi fondanti del genere, ovvero ritmi incalzanti, sezione
ritmica precisa e rutilante, chitarre eruttanti riffs incandescenti
ed assoli veloci, con un pizzico di melodia che non guasta per accativarsi
qualche simpatia in più.
Se è vero che Vescera non ha più la voce degli esordi,
è altrettanto vero che essa mantiene quel timbro malefico e
penetrante, ma adesso sono più i chitarristi a tenere alta
l'attenzione sugli Obsession e proprio l'elevato valore di Scott e
John, le loro funamboliche fughe soliste e i martellanti riffs he
sprigionano dalle bollenti sei-corde sono gli elementi che offuscano
la prova dello storico cantante relegandolo a (perdonatemi l'eccesso
di critica) mero comprimario.
Senza alcuna ballad che stemperi il climax, gli Obsession riescono
a rinfrescare un genere che conobbe il suo apice qualche lustro fa
e saprà deliziare i fans dell'heavy metal a stelle e strisce,
soprattutto quelli più ortodossi, che gioiranno e rispolvereranno
l'head banging all'ascolto della titletrack, guidata da una galoppante
doppia cassa e di "Twist Of The Knife" che aprono il cd.
Non mancano momenti dove il lato melodico viene fatto risplendere
come "When The Smoke Clear" o "Wages Of Sin",
ma il dominio è dato alle brucianti ed urlanti "Cold Day
In Hell", "Act Of God" e "Dark Shadows".
Tenete "Order Of Chaos" in considerazione perchè
i punti a favore superano nettamente quelli (pochi) a suo demerito.
ABe
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