“Escape
Into The Sun” è il debutto solistico del cantante dei
Praying Mantis (band NWOBHM), sicuramente gia conosciuto da tutti
coloro che amano il genere Hard Rock ed AOR. La sua voce è
stata esaltata da molta critica specializzata, grazie alla sua impostazione
melodica e sentimentale. Le tastiere hanno la loro importanza nella
struttura dei brani, queste come tutti gli altri strumenti, sono affidati
alle mani del polistrumentista , sennonché produttore, Magnus
Carlsson (Starbreaker, Last Tribe, Allen/Lande).
Si comincia con “Broken Soul”, il suo incedere cadenzato
lascia ampio spazio alla voce di Tony che sembra da subito in grande
spolvero. Le melodie sono indovinate e trascinanti, soprattutto nei
momenti strumentali a conferma che Tony non vuole soffocare la formula
canzone con le sue esibizioni vocali. L’attenzione per una riuscita
globale positiva è evidente, “Escape Into The Sun”
è un momento Rock toccante, epitaffio di questa riuscita.
L’ascolto prosegue con “No More Innocence”, nulla
di eclatante, ma un buon motivo che presto ci si incastona nella mente.
Il ritmo cresce con “High Enough”, ma l’interesse
resta più o meno stazionario. Più smielata la successiva
“My Final Prayer”, sempre con chitarre distorte, ma con
le tastiere più presenti. Le esibizioni strumentali di Carlsson
sono sempre ottime, donando al brano una magia particolare, quella
che tutti gli amanti dell’AOR vogliono sentire. A metà
del disco ci imbattiamo in “Dreamless Nights”, forse uno
degli episodi meno incisivi, non tanto come ritmica od esecuzione,
tanto come scontatezza melodica. Ci pensa “More Than We Know”
a risvegliare l’interesse, cadenzata, oscura e più drammatica
delle precedenti, con una struttura decisamente anni ’80. Ampi
spazi si aprono davanti a noi all’ascolto della successiva “Close
To Me”, personalmente ci colgo anche qualche aggancio ai Queensryche.
Un piano apre “Evil Love”, uno dei pezzi più interessanti
del disco, mentre la chitarra elettrica la fa da padrona nella successiva
“Black Wings”. Massiccia ed accattivante, quasi alla Accept.
“Start All Over” è un sunto di quanto ascoltato
sin d’ora e la conclusiva “Never Alone” colpisce
al centro il bersaglio. Grande canzone emozionante.
Dopo questa analisi non resta che applaudire questo debutto decisamente
positivo, sopra la media di altre produzioni del genere. MS
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