Rock Impressions

Ojm - Volcano OJM - Volcano
Go Down Records
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Stoner / Doom
Support: CD - 2010

Quattro sono gli anni che abbiamo atteso per il quarto album di questa band di Treviso, che in circa tre lustri ha costruito una reputazione sempre più solida nel panorama dello stoner internazionale, non a caso il precedente album era stato prodotto da Michael Davies degli storici MC5, in precedenza erano stati prodotti anche da Paolo Catena e oggi presentano il nuovo disco sotto l’egida di Dave Catching, chitarrista dei Queens of the Stone Age, davvero niente male come presentazione. Non so bene dove la band abbia preso il titolo del presente album, ma tutti ricorderete la vicenda primaverile del vulcano islandese, che ha di fatto bloccato i cieli di mezzo mondo, in particolare quello più tecnologico (beffa della natura?), sta di fatto che Dave, il produttore, ha dovuto lavorare a distanza e non è potuto essere presente in studio, ma questo è solo un piccolo dettaglio curioso.

Ma veniamo alla musica contenuta in Volcano, che si annuncia rovente e potente, la strumentale “Welcome” parte come un vecchio brano beat, con una marcata linea di organo, poi deflagra la chitarra e prende il sopravvento un ruvido hard rock molto avvolgente, una partenza in quarta. “Venus” è claustrofobica, il rock desertico del combo vicentino graffia, anche se non è proprio un brano memorabile, ma c’è molta classe. Molto acida e sixties è “Rainbow”, la band va oltre lo stoner per tingere il proprio sound di psichedelia e il gioco riesce veramente bene. Molto interessante è anche “Oceans Hearts”, che pur citando le sperimentazioni dei gruppi a cavallo fra il beat, il garage e il nascente hard rock, propone melodie proprie, spettacolare l’assolo di tastiere finale. Il discorso continua e la band con mano sicura introduce il quinto brano “Wolf”, retto da un riff tanto semplice quanto penetrante. “I’ll Be Long” è davvero carina, potrebbe essere un hit se non fosse così ruvida, ma a me piace proprio per questo. Molto riuscito è anche il riff molto elettrico di “Cock Sucker”, ma ancora meglio è quello portante di “Disorder”, fra psichedelia e garage rock, mi vengono in mente molte formazioni a me care come i Fuzztones, ma qui siamo in un territorio molto più hard rock. “Escort” non possiede l’immediatezza delle tracks precedenti, ma si fa apprezzare per il suo mood molto lisergico. Chiude la ballatona elettrica “2012”, niente di troppo romantico o sdolcinato, ma un bel brano malinconico e originale.

Gran disco questo Volcano, la band, che aveva già dimostrato di avere caratura internazionale, oggi conferma di non aver perso potenziale, anzi sono convinto che consoliderà ancora di più la propria fama. GB

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