Questa band russa dal nome poco familiare è in attività
fin dalla fine degli anni ’80 ed ha prodotto una serie di dischi
di cui questo è l’ultimo, ma in realtà si tratta
di una raccolta che percorre un po’ tutta la discografia di
questa band. Il loro genere musicale è piuttosto ricco, tanto
che sono stati accostati a molti sottogeneri musicali, dallo space
rock al trip-hop, con tutto quello che ci può stare in mezzo,
dalla psichedelia, al prog alla musica etnica. Non avendo molte informazioni
passo subito alla musica, che a me piace pensare sia una sorta di
riedizione moderna della musica sciamanica.
“Zapara” ci introduce subito nel mondo musicale degli
Ole Lukkoye, suoni tribali, ipnotici, con la presenza di strumenti
etnici che si mescolano con quelli più moderni, poi entra un
cantato che ricorda i canti dei monasteri orientali, il tutto prende
un sapore molto spirituale e al tempo stesso terreno. “Ankara
Karachi” è sempre molto etnica, ma meno ipnotica del
brano di apertura, è un buon compendio ma meno suggestiva.
“Became a Sky” propone suoni più moderni, molto
trip-hop, l’elemento magnetico è sempre in evidenza,
ma ci sono anche intrecci di fiati interessanti, il cantato è
ancora cantilenante, l’atmosfera si è fatta più
contemporanea, come un moderno canto pagano. Questi elementi si mescolano
in modo alterno in tutti i brani proposti, che hanno ciascuno una
propria identità, alcuni sono più inquietanti, altri
più tranquilli, ma sempre molto efficaci.
Gli Ole Lukkoye appartengono di diritto al gruppo di band che si amano
o si odiano, ma che non possono lasciare indifferenti, certo è
musica da prendere con le dovute precauzioni, ma ce ne fossero di
artisti così. GB
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