Gli OMS sono una band storica della scena cold wave francese di matrice
dark. Nati nel 1983 e con una buona produzione (sette album più
il presente) si sono costruiti una solida reputazione fra gli appassionati
del genere, anche se non sono mai diventati dei big a livello internazionale.
Con questo nuovo album rompono un silenzio durato diversi anni e oggi
li ritroviamo con la formazione quasi intatta, ci sono sempre i tre
membri fondatori Patrick L. Robin, Franck Lopez e Catherine Marie
con l’aggiunta di Eric Milhiet.
La Légende Dorée prosegue il concept del gruppo sempre
in bilico tra sacro e profano, non a caso sono state scelte per l’artwork
delle immagini di fine ‘800, primi ‘900 di immagini che
ricordano i santini della prima comunione o comunque che inneggiano
alla preghiera del mattino e della sera. Mentre il concept del disco
è tratto da un libro del 1200 sulla vita dei santi. La musica
è essenzialmente elettronica, dominano le tastiere (di tipo
analogico, molto care ai gruppi degli anni ‘80) e le drum machine,
suoni elegantemente freddi, quasi impersonali, dove questi artisti
si trovano pienamente a proprio agio, in un certo senso è un
ritorno alle origini, ai suoni del primo album Cathedrale. Belle melodie,
liriche vagamente salmodianti, e ritmi sofisticati, non troppo elaborati
o complessi, ma nemmeno banali o scontati. I dodici brani sono molto
omogenei, questo è un punto di forza, ma anche di debolezza
del disco, che è molto coeso, ma che in alcuni episodi risulta
un po’ prevedibile e ripetitivo. Nel complesso però emerge
la classe e l’esperienza del gruppo, che riesce, a distanza
di anni, a dar vita ad un album credibile e convincente.
Forse da artisti con tanta esperienza sarebbe lecito attendersi dischi
più sperimentali, ma anche ritrovare certe sonorità
quasi intatte a distanza di anni non è poi così male.
Per certi versi questo è un disco vintage, ma la tradizione
ottantiana merita di essere riscoperta, anche se molti guardano ancora
con sospetto ai suoni freddi di quegli anni. GB
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