E' sempre piacevole ascoltare un disco di musica tradizionale Folk,
in esso si concentra la cultura di un popolo e lo stile di vita, poi
quando differenti etnie si incontrano, allora possono nascere connubi
alquanto interessanti.
'O Rom è un progetto che si realizza nel 2008 a Napoli, con
la fusione di musiche mediterranee italiane e musiche balcaniche di
area Rom e Sinti. In definitiva quando uno zingaro è uno scugnizzo!
Perfino il nome della band è la fusione di due lingue, così
simpatico è il titolo dell'album che richiama quello importante
dei Matia Bazar (che però non hanno nulla a che vedere con
questa musica) giocando sulle sue parole.
Carmine D'Aniello (voce), Carmine Guarracino (chitarre) ed Amedeo
Della Rocca (percussioni), sono l'anima partenopea della band che
si completa nella parte Rom con Ilie Pepica (violino), Ion Tita (fisarmonica),
Doru Zamfir (fisarmonica) ed Ilie Zbanghiu (contrabbasso).
Soltanto apparentemente le due culture musicali sembrano inconciliabili,
nella realtà quello che ne scaturisce è un suono caldo,
antico e di strada. Fisarmoniche, violino, chitarra, tutti strumenti
che ti prendono nella semplicità delle ballate da focolare
all’aperto, dove la sera sembrano riunirsi le famiglie per parlare,
bere, ballare e cantare. Sembra quasi di sentire lo schioppettìo
del fuoco.
Il disco è suddiviso in undici tracce tradizionali ed il ricco
libretto interno accompagna con foto i testi sia in lingua originale
che tradotti in quella italiana. Numerosi i tradizionali Rom, ben
sei per la precisione, dove si tratta molto il valore della mamma
e del papà nella comunità e della bellezza delle donne.
Seguono anche tradizionali romeni, molto interessanti in quanto strumentali
e mettono in evidenza le doti tecniche degli strumentisti. I brani
si intitolano "Kalushua" e "Ciocarlia".
Più vicino alla nostra cultura musicale il tradizionale bosniaco
"Nocas Mi Srce Pati", così caldo è "Kali
Nifta", derivante dalla storia musicale greca. C'è spazio
perfino per una piccola perla russa dal titolo "Solnuska",
tanto per farvi capire la poliedricità di questo progetto.
Quello che sorprende è il risultato finale, perché tutto
quello che vi ho descritto è da 'O Rom metabolizzato ed eseguito
con inattesa personalità, tanto da sembrare succo di una sola
natura etnica.
Brani semplici, popolari e di facile memorizzazione fanno il successo
di questo progetto che nel napoletano sembra già riscuotere
molti consensi. In effetti lo merita ed è un buon viatico per
spezzare la solita routine musicale. La proposta insegna anche a non
fermarsi alla superficie, ma di approfondire le culture altrui, visto
mai che assieme alle nostre non diano buoni frutti?
La musica è un linguaggio mondiale comune, valorizziamolo.
MS
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