Non nascondo che alla visione dell’artwork di “Good Morning
Dystopia” a prima sensazione mi sono venuti alla mente i Mars
Volta, ma non centrano quasi nulla. La musica dei berlinesi Osta Love
ha a che fare più con la Psichedelia Pinkfloydiana e la nuova
tendenza Porcupine Tree che altro. Si parla di debutto, in realtà
non è del tutto così, nel 2011, solo on line e dunque
in download, con “Colours”.
Gli Osta Love sono un duo composto da amici d’infanzia, Tobias
Geberth (voce, chitarra, basso, tastiere) e Leon Ackermann (batteria).
Nel percorso dell’album composto da dieci tracce, si coadiuvano
di musicisti aggiuntivi come Florian Hauss (in “Red Sky”)
al piano, Gregor Nicolai (in “Fragile Freedom”) al basso
e Sarah Gretsch (in “Alaska”) alla voce. Questo dunque
non è un album Progressive per come lo si intende generalmente
fra sinfonie e vintage, infatti mancano anche le suite, bensì
gli artisti prediligono la formula canzone relegata all’enfasi
delle atmosfere, spesso eteree e trascinate.
“Prologue” apre mettendo subito in evidenza le intensioni
con tutti i mezzi a disposizione, ascoltare le chitarre è quantomeno
esplicativo. Anche il cantato impassibile resta una prerogativa prettamente
Pinkfloydiana, la si evince in “Fragile Freedom”, canzone
con buone soluzioni tastieristiche di supporto. “Alienation”
si accosta più allo stile della band di Steven Wilson, anche
per la voce filtrata. In “Subway” il motivo è intrigante,
sicuramente a portata di orecchio per tutti, senza troppe complicazioni,
abbastanza lineare, in certi frangenti mi ricordano alcuni tentativi
anni ’80 di Alan Parson. Il discorso cambia di poco nella successiva
“Red Sky” e ritornano i Pink Floyd in maniera più
evidente nelle melodie di “Insomnia”.
In “Guards” sonorità eteree si alternano a chitarre
più vigorose in una sorta di schiaffo o bacio, una canzone
che si lascia ricordare anche per l’incedere del ritmo da “The
Wall”. “Alaska” è fra le mie preferite, gli
arrangiamenti mi convincono di più, l’arpeggio di chitarra
alla Hackett sfocia in un andamento Psichedelico con tanto di echi
annessi, da farmi tornare con la mente agli anni ’70.
“Shine” scorre via senza pregi o difetti, mentre la conclusiva
“Epilogue” mostra i muscoli, i suoni sono più corali
e l’enfasi cresce inesorabilmente.
I Pink Floyd ed i Porcupine Tree hanno fatto una serie di proseliti
incredibile, questo non mi dispiace, perché in fondo stiamo
parlando di sensazioni e di emozioni forti, quelle della mente. Musica
per la mente quindi e per stare bene con se stessi, da ascoltare ad
alto volume e pertanto grazie anche agli Osta Love, una nuova realtà
che sono certo anche in futuro ne farà ascoltare delle belle,
consiglio loro soltanto di lavorare di più sulla personalità.
MS
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