In attività dal 2003, gli Outopsya sono due giovani artisti
che rispondono al nome di Luca Vianini (chitarra, voce, tastiere)
ed Evan Mazzucchi (basso). Provenienti da Rovereto (TN), malgrado
la giovane età i nostri si sono esibiti in numerosissimi concorsi
e rassegne musicali, sennonché numerose date live. Dal 2003
ad oggi hanno realizzato quattro demo ed un DVD: “Out Of Psychical
Activity” (2003), “Demo 504” (2004), “Live
Demo N 2005” (2005), “Frames Of Our Madness” (2006),
e “Der Golem Live” (dvd 2007). Ma ufficialmente questo
“Sum” edito dalla Videoradio è il loro debutto
discografico ufficiale. Si presenta elegantemente, in una confezione
cartonata illustrata psichedelicamente da Michela Eccheli, mentre
i brani contenuti sono otto, per una durata di quasi cinquantacinque
minuti.
Ylenia Zenatti li accompagna con la propria voce nei brani “Mothal”
e “Don’t Mind”. Ma cosa suonano gli Outopsya? Difficile
relegarli in un contesto unico, in quanto si spazia dal Prog alla
Psichedelia , passando anche per il Jazz e del Metal. Ovviamente avrete
capito che non è musica da fischiettare in auto e che necessita
di una particolare attenzione all’ascolto. Tuttavia gli Outopsya
non sono difficili da assimilare, le armonie spesso nervose riescono
comunque ad avvolgere l’ascoltatore, incuriosendolo oltremodo.
Gia l’iniziale “Lord Of Hate” è destabilizzante,
sfuggente, uno slalom fra le sensazioni umane. Non mancano neppure
i cambi di tempo, malgrado la batteria non sia canonica. Chi segue
Devin Townsend oppure i Freak Neil Inc. troverà questa band
assolutamente interessante. Altri otto minuti di sperimentazione,
questa volta si cavalca l’Epic Metal con la voce di Ylenia per
poi giocare con dissonanze Jazz e ritmiche spezzate. Importante il
lavoro al basso di Evan. Sembra di stare in un frullatore di musica
con gli Outopsya, dove non si sa mai cosa può attenderti da
un riff ad un altro. Questo brano si intitola “Mothal”.
Tre invece sono i minuti della greve “Mus”, una vampata
rabbiosa nel circuito Metal Sperimentale. Con “Don’t Mind”
c’è più Psichedelia all’inizio, suoni più
che musica che solo con il tempo lasciano spazio a delle armonie dissonanti
e ad una ritmica pesante e spezzata. Torna qui la bella voce di Ylenia
Zenatti. “Tarred Life” riesce in qualche modo ad avvicinarsi
di più al termine brano, lasciando anche qualche refrain Metal
di vecchia scuola. Qui fuoriesce il lato più metallico dei
ragazzi. Più sperimentale anche in ambito vocale risulta “Mechanical
7”, anche a questo punto dell’ascolto l’effetto
sorpresa sembra essere svanito e tutto comincia ad assumere una propria
dimensione. Ovviamente il merito è di questi ragazzi che malgrado
la difficoltà dell’espressione musicale, sono riusciti
ad imporre su chi ascolta la propria personalità.
“Sandness” è per chi scrive il brano migliore,
o perlomeno che più ha saputo emozionarmi, mentre la conclusiva
“ Sum” è davvero un labirinto sonoro che lascio
giudicare solo alle vostre orecchie.
In conclusione questo degli Outopsya è un disco con il quale
dovete prendere confidenza, non da prendere ad occhi chiusi, tuttavia
emerge una grande verità, qui in Italia piccoli grandi artisti
crescono ed io li terrei sott’occhio. MS
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