Rock Impressions

Overlogic - From Where? Overlogic - From Where?
Selfproduced
Promozione: Astarte Agency
Genere: Electronic Pop / Sperimentale
Support: CD - 2016


Quando posso mi piace tenere a battesimo un progetto al suo esordio, con la speranza poi di poterne seguire l’evoluzione, ma con la marea di uscite di questi ultimi anni entrambe le cose sono sempre più difficili. Gli Overlogic sono un duo composto da Francesco Cavasinni (Union Drama) al synth e voce ed Emanuele Orsini (Earthset) alla batteria, si tratta di un side project.

Questo loro primo parto è un Ep di sei tracce, una dimensione che a me piace per un debutto, perché ci sono abbastanza pezzi per farsi un idea ed è uno strumento snello e funzionale, per loro da realizzare e per chi lo vorrà fare suo. Poi di solito i soldi a disposizione all’inizio sono sempre pochi, per cui è meglio un Ep piuttosto che un album intero col rischio di una produzione non all’altezza delle idee contenute.

Ma andiamo alla musica. Si inizia con l’intro “Memories Remains” ci cala in una dimensione vagamente claustrofobica, dove le tastiere fanno da guida verso un universo interiore non proprio rassicurante, fra post rock e alternative pop. Più lineare “The Beginning”, che sterza fortemente verso il pop elettronico, quasi ai limiti di certa musica ballabile, però il contesto non è propriamente easy, permane una vena rockeggiante che aggiusta il tiro verso un discorso più profondo. L’impressione iniziale non è male, ma il pezzo che mi convince di più è “Energy”, che contrappone ritmiche dure e ossessive ad un incedere ancora una volta ai limiti di certa dance, ma questa commistione mi intriga. “Entertainement Inc.” è molto dura, non rinnega il lato più pop nelle melodie, ma molti suoni e le ritmiche sono in aperto contrasto. In molti frangenti mi viene in mente l’EBM tedesca, ma qui c’è un’attitudine più sperimentale, che spesso manca ai germanici. “Hello Pluton” è un brano più tranquillo, con belle melodie e un arrangiamento originale. Molto particolare la finale “Early Morning Horizon”, un brano epico e immaginifico, quasi cinematografico, pomposo e ricco di enfasi, si discosta decisamente dal resto del repertorio e apre davvero a nuovi orizzonti, un po’ come suggerisce il titolo, bello.

La cosa che mi è piaciuta di più di questo disco è la voglia di sperimentare, non è scontata nelle produzioni elettroniche, anche se qui non è proprio musica elettronica in senso stretto. Alcune melodie funzionano bene e con un po’ di tempo potrebbero uscire delle cose davvero interessanti. GB




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