Terzo album per questi progster americani all'insegna di sonorità
molto pomp e sinfoniche. Anche in questo nuovo episodio il quartetto
si avvale della preziosa collaborazione di Robert Berry e si sente.
Si parte con "Something Happened Yesterday", un brano le
cui melodie molto orecchiabili chiamano in causa i Kansas di Carry
On e gli Spock's Beard più leggeri, mentre il finale è
pinkfloydiano. Segue la suite "The Journey" divisa in tre
momenti; il primo è mellifluo, con un arpeggio di chitarra
acustica molto piacevole; il secondo è più energico
con alcune idee buone e un gran gusto melodico; il terzo mi sembra
quello più debole, perché ricalca un po' il secondo.
"Hollow Life" finalmente è un brano prog nel vero
senso della parola, con una bella costruzione armonica, un po' ELP,
ma funziona. "The Panther" ha un flavour world music ammiccante,
il risultato ha un che di già sentito e di commercialotto.
C'è posto per la suggestiva cover di "Time" dei Pink
Floyd, eseguita con religiosa devozione. Le ombre degli ELP tornano
nella pomposa "Beyond the Prism", che ha una bella struttura
con dei buoni passaggi ritmici. "November Sky" è
un lento che inizia con voce e pianoforte ed ha un incedere classicheggiante,
poi entrano gli altri strumenti, ma l'andamento non cambia. "Myth"
è un brano epico che ricorda i Magnum e certe cose degli Iron
Maiden, piacevole e con un bell'assolo di chitarra in chiusura. Chiude
una secoda e breve suite con una prima parte scoppiettante e una seconda
molto enfatica e rock.
Un album carino, che piacerà moltissimo agli amanti del pomp
e molto poco a quelli del prog. GB
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