Rock Impressions

Alan Parsons - Eye to Eye ALAN PARSONS - Eye to Eye, Live in Madrid
Frontiers
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Rock / Pop Elettronico
Support: CD - 2010

Per quelli della mia generazione Alan Parsons è un po’ un personaggio da culto, con un passato prog alle spalle e che tra gli anni settanta e gli ottanta aveva aperto le strade, insieme a Mike Olfield e Jean-Michel Jarre, al rock elettronico da classifica, in precedenza la musica elettronica era confinata per lo più ad appassionati del genere, con loro diventò molto popolare. Alan con la sua band, Alan Parsons Project, ha il primato di aver pubblicato il primo brano interamente realizzato al computer. Uno dei suoi album più venduti fu Eye in the Sky, che è stato anche il primo disco che mi fu regalato dai miei amici per un compleanno…, ma questa è un’altra storia. In realtà Parsons aveva un passato illustre come ingegnere del suono e a diciotto anni aveva collaborato nientemeno che alla realizzazione di Abbey Road dei Beatles, in seguito presterà il suo contributo su Atom Heart Mother e The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, una storia ricca e complessa quindi, con Alan che ha sperimentato nuove tecnologie.

Alan Parsons però non ha mai fatto molti concerti, questo risale al 2003 e oggi lo troviamo disponibile su cd. Difficile ricreare dal vivo la pulizia e l’enfasi elettronica dei lavori in studio. Ma questo in fondo importa poco, la magia del live è qualcosa che c’entra poco coi lavori in studio. Ecco allora una scaletta piena di ricordi e di brani stampati nel cuore dei fans dell’ingegnere, si parte dalla strumentale “I Robot” ispirata al romanzo di Asimov, che fa quasi da intro allo show. Poi si passa alla progressiva “Can’t Take With You”, che ha un bel tiro. Molto prevedibile e bucolica “Don’t Answer Me”, con quel giro radiofonico di facile presa, in fondo un bel pop in stile americano. “Breakdown / The Raven” ci riporta in territori vicini al prog sinfonico, c’è pure un piccolo omaggio ai Led Zeppelin. Troppo mielosa “Time” per i miei gusti, una ballad sovrabbondante di glucosio. “Psychobabble” è un classico di Parsons e la resa live non scalfisce questa sua piece memorabile. “I Wouldn't Want To Be Like You” aggiunge un tocco funky al tutto, carina, ma non indispensabile. “Damned If I Do” è un altro classico di Alan, con quel giusto mix di morbidezza e ricercatezza. Carino anche il giro di “More Lost Without You”. Altra ballatona vagamente sixties è “Don't Let It Show”, per fortuna è più elettrica di quella precedente e ad un certo punto cresce bene. “Prime Time” prosegue sull’impulso della precedente e mostra il lato più rock del nostro. Il momento è maturo per il classico dei classici “Sirius / Eye in the Sky”, la poderosa traccia siderale che tanta fortuna ha portato ad Alan. Altro brano di indubbio impatto è la progressiva “(The System Of) Dr. Tarr and Professor Fether”, ma il pezzo forte è “Games People Play”, che ricorda un po’ i Kansas di “Carry On…”.

Alan Parsons è entrato nella storia del rock, più forse per il suo lavoro come ingegnere del suono, ma la sua lunga discografia e i premi ricevuti ne hanno fatto un artista molto apprezzato, che in questo live dimostra di reggere anche la prova on stage, anche se i suoni non sono e non possono essere così cristallini come in studio… o forse avrebbero potuto esserlo? GB


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