La PFM
di Massimo Salari
Il genere musicale Rock Progressivo tanto di moda verso la
fine degli anni ’60 e dominatore dei ’70, trova terreno
fertile soprattutto qui in Italia.
Certamente la sperimentazione sonora ed anche certi argomenti fantastici
( a volte anche fiabeschi), sposano alla perfezione la nostra cultura
mediterranea.
La mentalità aperta dei giovani di questi anni, l’amore
per l’arte in nome di una fragile evasione psicologica, fanno
sì che i gruppi inglesi godano delle nostre attenzioni. Gentle
Giant, Van Der Graaf Generator, Genesis, Yes, Jethro Tull, Pink Floyd,
King Crimson , tanti sono i complessi di successo ed inevitabilmente
aprono un proselito non indifferente.
Fra i precursori nel nostro paese troviamo oltre il Banco Del Mutuo
Soccorso e le Orme,la Premiata Forneria Marconi. Molto si avvicinano,
soprattutto nei primi album, a quelle sonorità care ai suddetti
gruppi inglesi, inevitabili sono le influenze dei maestri, ma la PFM
sa fare di più, riesce ad unire il tutto alla fantasia tipicamente
italiana forgiando un suono di indubbia personalità. Ancora
oggi sono a loro volta punto di riferimento per molti altri complessi,
ma non solo italiani, anche stranieri.
Infatti sono fra i pochi riconosciuti anche all’estero e questo
la dice lunga sulla loro caratura tecnico-artistica, in un territorio
ritenuto aperto solo a pochi adepti.
Il nucleo storico è composto da Franz Di Cioccio (batteria
e voce), Franco Mussida (Chitarre), Flavio Premoli (Tastiere), Mauro
Pagani (Violino) e Giorgio Piazza (basso), ma moltissimi altri validi
artisti si sono alternati in questo fantastico viaggio musicale senza
tempo, come vedremo nella seguente:
LA
STORIA
Verso la fine degli anni ’60 un complesso dal nome I Quelli,
(autore della famosa canzone “Una Bambolina Che Fa No No No”)
, si muove in ambienti canzonettistici anche con buoni risultati di
vendita. L’esperienza del produttore Ricki Gianco fa intravedere
nei ragazzi un buon talento artistico. Franco e Franz gia assieme
ne I Grifoni, con Pino Favarolo e Giorgio Piazza uniscono le strade
per un breve periodo con un giovanissimo Teo Teocoli. Teo contattato
dal Clan di Celentano abbandona presto il progetto, ma i nostri vogliono
comunque emergere e cercano di dirigersi verso una musica più
strumentale che vocale, magari rischiando di perdere in popolarità.
La ricerca cade dunque su uno dei migliori tastieristi del Milanese
e dintorni: Flavio Premoli. La scelta sembra subito indovinata e nel
gruppo nasce una buona alchimia.
Ma per Mussida si prospetta uno stop di due anni a causa della chiamata
al servizio militare da parte dello stato in marina militare e viene
temporaneamente sostituito da Alberto Radius, gia amico di Flavio.
Intanto nel panorama musicale europeo si va a proporre un certo tipo
di Rock, più intellettuale, il Progressive, con artisti del
calibro di Pink Floyd, ma anche i storici Jimi Hendrix e Jefferson
Airplane. E’ la musica che a loro piacerebbe fare, anche se
ancora in Italia questo fenomeno non è molto sentito.
Il tempo e l’esperienza li porta ad essere degli ottimi session
man, collaborano addirittura con artisti come De Andrè, Mina
e Battisti, ma la voglia di suonare altra musica è sempre più
grande. Si sente la necessità di allargare ancora di più
il gruppo, magari con uno strumentista inusuale per la musica Rock
di questo periodo, uno che sa suonare il violino ed il flauto. Marco
Damiani (in seguito anche produttore della PFM) consiglia Franz e
soci nella scelta di Mauro Pagani proveniente da I Dalton.
E’ maturo il tempo di suonare il nuovo Pop Rock, come si chiama
in questo momento, ma è anche vero che se si cambia sonorità
è logico modificare anche il nome.
Si necessita trovarne uno che non sia il solito richiamo agli animali
tanto in voga nel periodo, come ad esempio i Corvi, i Delfini etc.
etc., ma uno che rimanga impresso veramente. Se ne propongono due,
Isotta Fraschini e Forneria Marconi, e la scelta ricade proprio su
quest’ultimo con la giunta di Premiata.
Nella loro casa discografica, la Numero Uno, qualcuno ha qualcosa
da obbiettare, ma i nostri sono convinti che se il nome è difficile
da ricordare è anche vero che, una volta memorizzato, è
ancora più difficile da dimenticare.
Agli inizi degli anni ’70, con il logo PFM, suonano molte cover,
come “21Th Century Schizoid Man” (King Crimson), “My
God” e “Bouree” (Jethro Tull) e moltissime altre.
Suonano dal vivo come apri pista ad artisti come Yes, Procol Harum
e addirittura agli allora famosissimi Deep Purple! Questi avvenimenti
sono una buona palestra per farli entrare al meglio nel contesto Progressivo.
I propri brani non tardano comunque a nascere, il primo composto principalmente
da Franco è “La Carrozza Di Hans”. In esso è
racchiuso tutto il sunto del genere, armonia , grinta, tratti elettrici
ed altri acustici e fanno di esso un cavallo di battaglia della PFM
di tutti i tempi. Ma c’è bisogno anche di un brano orecchiabile
che possa essere proposto come 45 giri, ossia non troppo lungo e gradevole
nel ritornello.
Ecco la genialità di “Impressioni Di Settembre”,
dolce in tutta la sua durata canora ma epica da brivido nel ritornello
che , attenzione, contrariamente a tutte le strutture “canzoni
“ ha come particolarità di essere interamente strumentale.
I brani che compongono il loro primo Lp “Storia Di Un Minuto”
( Numero Uno –1971) sono volutamente registrati in studio dal
vivo per poterne fare uscire tutta l’energia che li contraddistingue.
In esso è contenuto un altro brano di successo, “E’
Festa”, una vera e propria tarantella Rock.
Il disco vende inaspettatamente molto bene, sale subito l’entusiasmo
nei ragazzi che si infilano in sala d’incisione a testa bassa
per dare ad esso un degno successore. Ma la PFM non si accontenta
di bissare quello ottenuto, mira più in alto, cambiando sonorità
,avvicinandosi ancora di più al Rock Progressivo con la speranza
di essere ascoltati anche all’estero.
“Per Un Amico” (Numero Uno- 1972) nasce per questo, brani
come “Il Banchetto” e “Generale” sono di ampio
respiro ed evidenziano al meglio la grande potenzialità tecnica
in mano ai nostri.
Nel Dicembre del 1972 durante il concerto al Palaeur di Roma c’è
la svolta internazionale, nel pubblico a vedere la loro prestazione
c’è Greg Lake (EL&P) che immediatamente li propone
alla Manticore (etichetta di EL&P) ed a Pete Sinfield.
Questo è un produttore di successo (vedi anche Roxy Music)
e punta su di loro volendogli addirittura scrivere i testi per poter
continuare il discorso allora interrotto con i King Crimson.
La PFM vola a Londra per incidere il terzo lp dal titolo Photos Of
Ghosts” ( Manticore- 1973) ed ironia della sorte nello studio
adiacente al loro si trovano proprio i King Crimson per le registrazioni
di “Larks Tongue In Aspic”. Si può dire che “Photos
Of Ghosts” non è altro che la versione inglese di “Per
Un Amico” e comunque sia il successo arriva e non solo, inaspettatamente
il disco fa capolino pure nelle classifiche Billbord americane, e
dire che l’America ai gruppi Italiani non è che abbia
mai dato grandi soddisfazioni….
I concerti seguono a ruota libera, i più importanti vengono
tenuti a Zurigo, nel festival Jazz ed al Festival Di Montreaux. “Celebration”
, nuova versione di “E’ Festa”, fa sfracelli dimostrandosi
dal vivo un vera e propria apoteosi di emozioni.
In questo periodo avviene il primo avvicendamento consensuale nel
gruppo, la sostituzione del bassista Piazza con Patrick Djivas proveniente
dai nostrani Area del mai troppo compianto Demetrio Stratos.
Tutto accadde nell’estate del 1973 all’altro Mondo di
Rimini dove Franz e Franco incontrano gli Area ed alcuni componenti
del Banco e degli Osanna. In una grande Jam session conoscono Patrick
il quale si sente subito affascinato dalla possibilità di far
parte di un gruppo che ha proseliti anche all’estero. E’
la persona giusta, uno che ha voglia di girare il mondo alla ricerca
di nuove esperienze sonore e culturali, l’affare è subito
concluso.
Con un bagaglio musicale ampio compreso fra il Jazz, il R & B,
ed il Rock, Djivas porta nella PFM una ventata di novità positiva
riscontrabile nel successivo “The World Became The World”
( Numero Uno-1974) che da noi in Italia esce con il titolo di “L’Isola
Di Niente”. Anche esso viene registrato a Londra.
Nel 1974 si susseguono le tournèe sia in terra madre che in
Inghilterra e le nazioni straniere premiano il loro sforzo relegandogli
posti di tutto rispetto nelle classifiche ed addirittura il premio
della critica nazionale in Giappone.
I tempi sono maturi per il grande passo, l’America li attende!
“Live In U.S.A.” (Numero Uno- 1974) è il risultato
di questa infinita esperienza che all’estero esce con il nome
“Cook”. Ma non tutto va per il meglio, solo un neo in
questa esperienza grandiosa, il furto degli strumenti! La sera prima
del concerto assieme a Carlos Santana si ha questa sgradevole sorpresa,
ma Carlos presta i propri ai sconfortati ragazzi e tutto prosegue
per il meglio. Nel complesso raggiungono la ragguardevole cifra di
50 concerti da costa a costa.
Lo sforzo fisico ed economico è ovviamente grande, serve un
momento di riflessione, proseguire per questa strada o fare ritorno
in Italia, vista anche la grande nostalgia che alcuni componenti del
gruppo cominciano a lamentare? Si opta per la seconda soluzione, giusta
o sbagliata che sia non lo sapremo mai.
Tornati in patria si propone il problema canoro, la PFM sin qui si
è alternata nelle parti vocali, ma ora dopo questo successo
Americano c’è bisogno di un effettivo cantante di ruolo
che abbia una buona pronuncia inglese e che lasci la possibilità
agli altri di dedicarsi al meglio al proprio strumento.
La scelta ricade su Bernardo Lanzetti degli Acqua Fragile, dotato
di una buona voce e di una padronanza linguistica non indifferente.
Esso viene accolto dai membri del gruppo a braccia aperte ed assieme
registrano il nuovo LP “Chocolate Kings” (Numero Uno-
1975).
Il disco viene di nuovo inciso con la collaudata formula studio-live,
ottenendo anche critiche favorevoli da parte di certa carta stampata,
soprattutto anglosassone, ma non da parte di quella Italiana che sembra
non gradire troppo questo alternarsi di brani cantati in lingua madre
ed inglese.
La PFM commette anche una ingenuità nel porre nella copertina
del disco una tavoletta di cioccolata coperta con della carta stracciata
fatta con la bandiera Americana, cosa poco gradita dagli statunitensi,
conoscendo anche l’orgoglio del popolo in questione.
Questa volta le date si susseguono in Giappone, altra terra a cui
i nostri tengono molto. Grande successo sino a raggiungere ad Osaka
e Nagoya i festeggiamenti con il disco d’oro! Una esperienza
indimenticabile tanto quanto quella americana.
Ma le sorprese non finiscono qui, al ritorno in Europa e precisamente
al concerto del prestigioso Royal Albert Hall vengono addirittura
contattati di persona, con una visita a sorpresa, dalla Regina Madre!
Premoli dedica a lei l’adagio di Albioni.
E’ a questo punto del navigare che, al ritorno dalle date, Pagani,
stanco del girovagare, decide in comune accordo con gli altri di abbandonare
il gruppo. Tutti decidono di prendere una pausa di riflessione. Dopo
lungo meditare i ragazzi prendono la decisione di rimanere in cinque
e di tentare nuovamente la strada americana, malgrado l’ultimo
disco non abbia fatto molti proseliti. Partono per la California con
un nuovo contratto e cominciano a scrivere nuovo materiale.
Durante la stesura del disco, che avviene nella loro casa-sala prove,
vengono contattati da un personaggio curioso dai grandi baffi e molto
interessato al lavoro, Greg Bloch degli It’s A Beautiful Day.
Egli è un grande violinista , ha suonato anche con Gato Barbieri
e i ragazzi progressivi pensano che in qualche modo anche lui possa
entrare nel progetto del nuovo “Jet Lag” (Zoo Records-1977).
La mediterraneità dei nostri mista all’efferata tecnica
porta la critica americana ad accogliere benevolmente il prodotto.
Anche la copertina gode del suo ottimo momento di gloria, l’aereo
di carta rappresentato si vede pubblicare nel famoso libro “the
Illustrate History Of The Rock Album Cover” assieme alle altre
più famose cover Rock di tutti i tempi. Ma il Progressive sta
esalando in questo momento i suoi ultimi respiri sotto i duri colpi
del Punk, è giunto il tempo di cambiare per poter rimanere
in vita. Si decide di intraprendere una strada più cantautoriale,
senza però tralasciare completamente il loro passato strumentale.
Con la collaborazione di Gianfranco Manfredi e di Andrea Pazienza
(per la copertina fumettistica) compongono “Passpartù”
(Zoo Records-1978).Il gruppo si avvale anche di nuovi collaboratori
come ad esempio il tastierista Roberto Colombo ed il batterista Roberto
Califfi. Le date live riprendono il loro percorso, ma questo mutamento
stilistico non porta dei veri e propri segnali di successo, qualcosa
sembra non girare più per il verso giusto. L’accoglienza
del pubblico abituato alle loro scorribande strumentali è tiepida
e pure Lanzetti nell’ambito, sembra muoversi impacciatamene.
Non tutto comunque è da scartare, ci sono buoni episodi proprio
come la title-track “Passpartù”, e la dolce “Se
Fossi Cosa”. In parole povere il gruppo sta andando incontro
ad una vera e propria crisi d’identità.
Cercano riparo ancora una volta nelle date dal vivo, con la speranza
di raccogliere nuove sensazioni e nuovi stimoli per poter ricreare
una personalità adatta ai tempi e come per miracolo questo
accade grazie all’incontro con il loro vecchio amico De Andrè.
Il connubio fra questi artisti è letteralmente devastante,
un alchimia perfetta per un overdose di emozioni. La PFM riesce ad
esaltare al meglio le parti strumentali senza mai accavallarsi con
la dolcezza e la calma del vocale di Fabrizio. Tutto questo però
non viene raggiunto spontaneamente, il modo di esibirsi è frutto
di un accordo preventivo fra i protagonisti che si rendono subito
conto della loro diversità espressiva. Il risultato stupefacente
lo ascoltiamo nel live “Fabrizio De Andrè In Concerto”
( Ricordi-1979). Questa per i nostri è una esperienza mastodontica
e serve da lezione per come poter affrontare il canone canzone in
modo più naturale ed appropriato.
E’ così che cambiano pelle e casa discografica chiudendo
il periodo Zoo Records ed aprendo uno nuovo con l’RCA. L’esperienza
con Fabrizio insegna soprattutto a valorizzare i testi in una canzone
e così che tutti assieme si dedicano alla stesura degli stessi,
portandoli alla nascita del nuovo “Suonare Suonare” (RCA-1980),
otto racconti di musica e parole per esprimersi, comunicare, soffrire,
godere e suonare, come è scritto nel retro del disco.
Novità all’interno del gruppo, l’uscita di Bernardo
Lanzetti ed il lavoro a tempo pieno dietro al microfono da parte di
Franz, porta alle percussioni Walter Calloni. Anche il violino torna
prepotentemente alla ribalta e questo grazie all’inserimento
del maestro Lucio “violino” Fabbri. Tutto sommato il successo
è buono, i brani sono belli e pezzi come “Suonare Suonare”,
“Maestro Della Voce” , “Si Può Fare”
e “Volo A Vela” restano nella storia. La grandezza di
questo gruppo è proprio questa, sapersi muovere in qualsiasi
territorio senza scadere troppo nell’anonimato commerciale.
Ma così non la pensa Flavio Premoli, che stanco di tournèe
e volenteroso di intraprendere una propria carriera solistica lascia
la PFM.
Il resto dei ragazzi hanno compreso che la musica ora prodotta, tutto
sommato non è male, consente loro una degna sopravvivenza e
così decidono di continuare a proporre canzoni di semplice
presa anche con il successivo “Come Ti Va In Riva Alla Città”
(RCA-1981). La qualità scende un poco ma nell’insieme
il disco è onesto e brani come “Come Ti Và”
e “Chi Ha Paura Della Notte” si lasciano ascoltare tranquillamente.
Ma questo compromesso non è stato attuato solo dalla PFM, anche
i paralleli cugini Banco Del Mutuo Soccorso e Le Orme si sono dovuti
adeguare ai tempi con dischi di commerciabilità lampante. Nello
stesso anno sulle ali del successo esce anche la seconda parte del
live con Fabrizio dal titolo “Fabrizio De Andrè In Concerto
Pt.2” (Ricordi-1981).
Nel 1982 escono nei negozi con un nuovo live che mette in evidenza
la potente sezione ritmica composta appunto da Franz, Walter e Patrick,
il disco si intitola “Performance” (Numero Uno-1982) e
raccoglie non solo l’ultimo materiale del gruppo ma anche classici
come “Il Banchetto” e “Celebration”.
Il cantautoriale però porta la PFM ad un pericoloso stallo
compositivo e “P.F.M.? P.F.M.!” (Numero Uno-1984) non
decolla, accompagnando i nostri amici verso il baratro dell’anonimato
commerciale. Il gruppo decide di non fare più concerti e si
ripresenta al pubblico solo dopo tre anni con “Miss Baker”
(Ricordi-1987), nulla di trascendentale, per questo decidono di sparire
dal mercato discografico per ben 10 lunghi anni!
Aspettare però ne è valsa la pena, perché ricchi
di nuove esperienze personali ed una nuova carica,ritornano nel 1997
con “Ulisse” (RTI-1997). I tempi sono cambiati, la musica
(anche se non drasticamente) è mutata rispetto agli anni ’80
e nuovamente il pubblico sembra apprezzare certe scorribande sonore.
La PFM lo sa, non esagera, ma sente il bisogno di suonare di nuovo
dal vivo, ora e per sempre. “Ulisse” viene premiato come
disco d’oro e le sue date dal vivo portano numerosi spettatori
ad assistere alle loro performance. Il tempo per i “Ragazzi
Progressivi” sembra essersi fermato.
Meravigliosa testimonianza su disco ottico è il doppio “WWW.PFMPFM.it”
(RTI-1998), pregno di vecchi successi, di tutti i periodi e anche
pezzi tratti dall’ultimo Ulisse. In ogni nota si può
ascoltare la voglia repressa dei nostri nel voler suonare ancora dal
vivo. Un grande live!
Il nuovo millennio si apre con “Serendipity” (S4-2000)
ricco di ospiti e di nuovo dinamismo ed un DVD “Live In Japan
2002” (Sony Music) da non mancare assolutamente, una nuova sorpresa
per i fans di un gruppo che molto ha dato alla nostra musica e non
solo. Sicuramente hanno ancora molto da dire, conoscendo i personaggi
in questione dobbiamo sempre aspettarci un nuovo colpo di coda, ma
loro non credano di trovarci impreparati, perché chi li ha
sempre seguiti,attenzione, è sempre pronto a tutto!
Alla fine di questa storia, come un bambino ho solo voglia di gridare:
Viva la Premiata Forneria Marconi!
Salari Max
Libri: Premiata Forneria Marconi, 1971-2006
35 anni di rock immaginifico
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